Nel corso del dibattito sono intervenuti: Bori e Bettarelli (PD); Pastorelli, Fioroni, Carissimi, Peppucci e Alessandrini (Lega); Bianconi (Misto); Pace (Fratelli d’Italia); Fora (Patto civico per l’Umbria); De Luca (M5S); Agabiti (Tesei-Presidente per l’Umbria); Morroni (Forza Italia); Paparelli (Portavoce opposizione); Presidente Tesei (replica); assessore Michele Fioroni .
La votazione è prevista alla ripresa dei lavori fissata alle 14.45, dopo una breve pausa.
INTERVENTI
Tommaso BORI (Pd): “SAREMO UNA MINORANZA PIÙ CHE UN’OPPOSIZIONE, DAREMO UN CONTRIBUTO COSTRUTTIVO. DIAMO UN SEGNALE: PARTIAMO DALLA RIDUZIONE DEI REDDITI DEI CONSIGLIERI REGIONALI, degli assessori e della presidente della Giunta che nella fase attuale sono fuori misura rispetto alla crisi che stiamo vivendo. Chiedo a tutti voi di aderire a questa mia proposta personale. Un segnale nei confronti dei giovani umbri, una generazione in difficoltà per la disoccupazione giovanile, spesso costretta ad accettare lavori demansionati o a emigrare fuori regione. Un esempio vale più di molte parole. Dobbiamo contare di più e costare di meno. Noi porteremo avanti una discontinuità nei metodi e nei nomi, ma non un disconoscimento dei valori che hanno fatto grande l’Umbria. Nelle linee programmatiche della Giunta mi stupiscono alcune cose che ci sono e altre che non ci sono. Per esempio mi stupisce che non ci sia una parola sull’inchiesta della ‘ndrangheta in Umbria, mentre invece le istituzioni devono prendere posizione nette, facendo muro e parlando ad voce alta. Manca anche il tema centrato dell’università, della formazione, del diritto allo studio, ma il riscatto della nostra terra passa per la crescita culturale, per i nostri atenei. Mi stupisce il modo in cui parlate di sanità e della necessita di aumentare il privato. È un richiamo sbagliato. La sanità umbra va corretta in quello che non va ma deve essere valorizzata in quella che funziona. Non mancano i medici ma mancano i medici specializzati. La regione può investire in questo. Serve poi rafforzare la rete dei consultori, investire sulla salute mentale. Il tema dell’Umbria è tornare a crescere, riaccendere i motori dello sviluppo e generare lavoro. L’Europa va vista come opportunità. Sull’ambiente vogliamo essere cuore verde d’Europa e non polmone nero d’Italia. Porteremo qui la dichiarazione di emergenza e un piano per rendere l’Umbria green. Sui giovani noi dobbiamo costruire il riscatto della nostra Regione. Su questo noi ci siamo e ci saremo”.
Michele BETTARELLI (Pd): “IL VOSTRO PROGRAMMA È UN LIBRO DEI SOGNI, CON MOLTA CONFUSIONE. SI CERCA DI FARE UN QUADRO DRAMMATICO DELL’UMBRIA. CI SONO TANTI SLOGAN MA POCHI MODI PER RAGGIUNGERLI. La campagna elettorale è finita, ora dovete trasformare in realtà questo libro dei sogni con azioni concrete e non solo criticando il passato. Ma nelle linee programmatiche si dimentica che per l’ambiente l’Umbria è un punto di riferimento anche del passato Governo gialloverde. Una vostra risposta positiva alle richieste di Acea su Maratta trasformerebbe Terni nell’inceneritore di Roma e manderebbe in fumo anni di sforzi. Ci preoccupano anche le parole del Presidente dell’Auri circa la possibilità di un inceneritore in Umbria. Siete sempre stati vaghi sul tema. E questo ci preoccupa. Ci chiediamo se siano vere le voci su Acea in Gesenu. Vogliamo perseguire un modello di sviluppo capace di limitare la produzione dei rifiuti, che possano diventare materie prime e seconde. Per questo presenteremo un pdl sulle emissioni gassose con impatto odorigeno delle aziende che si occupano di rifiuti perché bisogna tutelare la salute cittadini. Lei presidente ha parlato di superare il principio del non consumo di suolo, invece tutelare la collina umbra serve in chiave turistica. Nel capitolo dell’ambiente affrontate velocemente, senza proporre misure concrete, argomenti come risparmio energetico, perdite di rete, green. Non può essere sufficiente segnalare questioni senza fornire strumenti. Inoltre, parlate di questioni ambientali solo in riferimento alla città di Terni, ma l’Umbria è realtà complessa. Intervenire nel mondo dell’agricoltura significa intervenire nel più importante ambito economico dell’Umbria. Ci preoccupano le prese di posizione dei vostri leader contro la Nutella e la canapa. In Umbria sono stati investiti 3milioni di euro dell’ultima programmazione comunitaria nella filiera delle nocciole. Serve più attenzione anche per la coltivazione del tabacco”.
STEFANO PASTORELLI (Lega): “Condivisione piena delle linee programmatiche esposte dalla presidente Tesei. IL LAVORO VA IMPOSTATO SU DATI OGGETTIVI CHE CERTIFICANO IL FALLIMENTO DELLE POLITICHE ATTUATE DALLA PRECEDENTE GESTIONE DELLA REGIONE, una regione che ha il Pil più basso di tutta Italia, priva di programmazione, di politiche rivolte ai giovani che sono costretti a scappare, che deve fare i conti con una ricostruzione in forte ritardo, con attività commerciali che chiudono e un turismo che non ritorna neanche ai livelli pre-sisma. Ricordo che il 27 ottobre scorso si è votato con un anno di anticipo perché i massimi esponenti del Pd sono stati indagati e ciò ha comportato le dimissioni del presidente della Giunta e dell’assessore alla sanità. É chiaro che chi è parte del problema non può dare la soluzione. Sui trasporti l’Umbria è isolata, la Ferrovia centrale è ferma, il buco di bilancio dell’azienda della mobilità è imbarazzante, e ci sono tagli alle corse, collegamenti insufficienti e strade ridotte a colabrodo. Ciò che abbiamo trovato non è una nostra percezione, noi stiamo a contatto con i territori e il popolo umbro ha chiesto di voltare pagina, DOBBIAMO RIPORTARE IL CITTADINO AL CENTRO DELL’ATTIVITÀ POLITICA, LAVORARE SUL TERRITORIO, RENDERE I CITTADINI PARTECIPI DEI PROCESSI DI CRESCITA E SVILUPPO. Per quanto riguarda le infrastrutture e la mobilità serve una logica di sistema integrato ferro-gomma-aeroporto e serve un percorso condiviso affinché infrastrutture e trasporti siano possibilità di crescita. Per i debiti di Umbria mobilità serve un piano di ristrutturazione del debito. Per il sociale l’Umbria affronta una crisi perdurante, il rapporto Aur fotografa una regione che continua a perdere capacità di generare reddito e di essere attrattiva. Preoccupano anche la disoccupazione e la denatalità, temi su cui bisogna invertire la rotta. La programmazione è la base per garantire risposte concrete e abbandonare logiche puramente emergenziali. Dobbiamo rendere la Regione accessibile assicurando il rispetto dei diritti dei cittadini. Servono servizi integrati e omogenei su tutto il territorio. Semplificare le procedure. LAVORO, FAMIGLIA E DISABILITÀ SARANNO AL CENTRO DEI PROGETTI. Evitare sprechi di risorse e assistenzialismi. Innovare anche nel sociale per superare l’assistenzialismo. Scuola: gli edifici pubblici devono essere sicuri e attrezzati per la formazione dei giovani. Occorre studiare come ricreare il ruolo della scuola, che dovrà essere aperta e favorire la socializzazione per crescere al meglio i cittadini di domani. Necessaria anche una verifica di vulnerabilità sismica, la riqualificazione di aule, palestre e materiale didattico, potenziare la digitalizzazione, le risorse per alternanza scuola lavoro, la videosorveglianza contro lo spaccio e il consumo di droga. Sicurezza: è il nostro obiettivo primario, dobbiamo garantire la serenità dei cittadini. Solo chi pone sullo stesso piano diritti e doveri può essere accolto, e bisogna sottrarre alla microcriminalità tutte le aree urbane; in questo la Regione deve assistere i comuni nel dotarsi di mezzi adeguati. Sanità: il nuovo piano dovrà risolvere antiche criticità: la carenza di personale sanitario, la riduzione delle liste di attesa e le campagne di screening. Necessario anche incrementare l’assistenza domiciliare, manca una reale rete di comunicazione fra familiari e ospedale al momento della dismissione assistita. Bene l’assessore Coletto che ha già dato risposte a 200mila umbri per l’esenzione dalla quota aggiuntiva dei ticket. Agricoltura e turismo: condividiamo gli impegni presi dalla presidente per un settore che da sempre fa da traino, supporteremo le imprese agricole e di allevamento specialmente quello non intensivo, che tutela l’ambiente montano dall’abbandono. In questo campo saranno fondamentali le risorse del Psr per una svolta dell’agroalimentare umbro. Occorre anche ridefinire le macro aree di sviluppo, disegnate in passato su logiche politiche. Turismo: si è fatto poco e male, bisogna investire risorse e capacità. La tendenza del turismo mordi e fuggi si può, ribaltare ma serve vera promozione turistica con marchi precisi, promuovere il territorio a livello nazionale e internazionale, rivitalizzare le antiche tradizioni artigianali e gastronomiche, nella consapevolezza delle proprie origini. Niente più compartimenti stagni, disparità di trattamento in base al Comune cui si appartiene o alla tessera politica. Gli umbri ci hanno voluto e noi siamo pronti, potranno contare sulla nostra determinazione e su un impegno quotidiano”.
PAOLA FIORONI (Lega): “MI AUGURO CHE NON CI SIA PIÙ LA TENTAZIONE A PERDERSI IN CIÒ CHE È STATO FATTO IN PASSATO, GUARDIAMO AVANTI. NON APRIAMO UNA LITE FRA PRESENTE E PASSATO. GLI UMBRI HANNO DECISO DI CAMBIARE. Il futuro lo abbiamo sentito nelle parole della presidente Tesei. Non sono il libro dei sogni ma nuove prospettive di multidimensionalità per affrontare singoli problemi, considerando che ogni effetto può avere più cause e una causa può avere più effetti. Non perdiamo quindi tempo in sterili contrapposizioni. Pensiamo alla gente comune, per saldare il passato con il futuro. Serve un richiamo a valori non solo personali ma comunitari. Siano il merito e la trasparenza a prevalere, occorre ripartire dagli ultimi per fornire risposte a giovani e famiglie. Non vogliamo perdere tempo. IL PROCESSO DI EVOLUZIONE POLITICA PROSEGUA CON UN CONFRONTO AMPIO FRA LE FORZE POLITICHE PER FAR TORNARE L’UMBRIA NELLA POSIZIONE CHE MERITA. INVITO PERCIÒ ALLA COMUNE COSTRUZIONE DEL NUOVO”.
DANIELE CARISSIMI (Lega): “Il tema dell’ambiente è prioritario, come testimonia anche il consigliere Bettarelli. Vorrei citare tre parole: VISIONE, NON IN TERMINI DI SOGNO MA DI CAPACITÀ DI IMMAGINARSI UN FUTURO E REALIZZARLO. La seconda parola che ho scelto è RESPONSABILITÀ, che declino in termini di competenza, perché parliamo di un piano di qualità dell’aria che è fermo al 2013, di un piano rifiuti fermo al 2009, quando questi principi hanno già in grande misura modificato il loro perimetro, quindi quello che andiamo ad applicare deve essere basato sul 2020. La raccolta differenziata è modificata, così come le tecnologie. Il secondo modo in cui declino il concetto di responsabilità è la COLLEGIALITÀ: apprezzo l’intervento del consigliere Bori ma a Bettarelli, che parla di libro dei sogni, ricordo che sei mesi fa una mozione firmata dai consiglieri di centrodestra che prevedeva una revisione del piano nazionale fu respinta, sono scelte che non avete saputo affrontare. CORAGGIO, perché abbiamo necessità di scegliere, governare è scelta mentre l’abdicazione dalle scelte è la puntuale critica che facciamo a chi attualmente fa parte della minoranza. Spero che l’azione ambientale non sia solo su Terni, ma non è un caso che Terni sia oggetto di un sito nazionale da bonificare, ci sia una situazione rifiuti drammatica e due inceneritori. Non è l’inquinamento odorigeno il problema ma la chiusura del cerchio dell’economia circolare. Siamo in un’economia lineare, drittissima, il nostro impegno dovrà essere forte”.
Francesca PEPPUCCI (Lega): “Lo scorso 27 ottobre gli umbri hanno chiesto un cambio DI marcia. Molti si sono avvicinati a noi per cercare una prospettiva di futuro rispetto ad una gestione che ci ha condotto ad essere un regione in ‘transizione’. BENE LE LINEE ESPRESSE DALLA PRESIDENTE TESEI, LINEE DI INDIRIZZO CHE GUARDANO CON CONCRETEZZA ALLA DIFFICILE SITUAZIONE DELL’UMBRIA. È inaccettabile che un cittadino umbro si debba adattare a situazioni imbarazzanti, difficoltà che spesso portano a rassegnazione nel fare impresa. Liste d’attesa in sanità fino a due anno dalla prenotazione. Difficoltà nel trovare lavoro, soprattutto per i giovani, criticità nel settore agricolo. Siamo di fronte ad una fallimentare gestione dei rifiuti, con l’ultimo piano di gestione risalente al 2009. Difficoltà per gli spostamenti non solo all’interno dell’Umbria. Va rimessa al centro la persona e le sue reali necessità. Rivolgo per questo la mia PARTICOLARE ATTENZIONE VERSO QUELLE PERSONE IN CONDIZIONE DI DISABILITÀ. È necessario costruire una realtà senza barriere. È poi fondamentale che gli umbri tornino a fare figli come ricchezza complessiva di una società. Esprimo soddisfazione per quanto già fatto dalla presidente Tesei e dalla sua Giunta in queste prime settimane di lavoro: bene il taglio dei dirigenti, la rimodulazione del ticket sanitario, fino ad arrivare ai fondi per la sicurezza scolastica”.
Valeria ALESSANDRINI (Lega): “DAGLI INTERVENTI ASCOLTATI DELL’OPPOSIZIONE DOVREMMO GUARDARE INDIETRO. INVECE SOSTENGO LA PRESIDENTE TESEI CHE VUOLE GUARDARE AVANTI. Bisogna lavorare con lo sguardo verso il futuro. Ho ascoltato critiche, stupori e le preoccupazioni del Partito democratico e della sinistra, credo siano tuttavia piuttosto inadeguati visto che la nuova Giunta regionale è operativa da appena un mese. Una Giunta che invece ha già avviato percorsi importanti di organizzazione della macchina amministrativa e valutato opportunità significative nell’ambito della sanità e dei trasporti. Abbiamo inoltre iniziato ad aprire alcuni cassetti scoprendo situazioni particolari che abbiamo iniziato ad approfondire. RISPETTO ALLE INFILTRAZIONI MAFIOSE LE LEGA SI È GIÀ PREOCCUPATA CHIEDENDO L’ISTITUZIONE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA. Per quanto riguarda l’Università la presidente Tesei ha tenuto per sé le deleghe riconoscendole così la massima centralità. Mi domando perché la Giunta uscente non si è preoccupata del funzionamento della macchina amministrativa, sapendo ad esempio che sarebbe rimasto un solo direttore regionale su cinque. Vorrei chiedere anche come mai il trasporto pubblico regionale ha un disavanzo strutturale di oltre 3 milioni di euro annui. E come mai il commissario della Asl, Lavazza scappa dall’Umbria per andare a dirigere il Sant’Orsola di Bologna dopo aver conosciuto la gestione della sanità umbra.
Vincenzo BIANCONI (Gruppo misto): “I PROSSIMI 5 ANNI SARANNO FATALI PER L’UMBRIA. SERVE UN NUOVO MODELLO DI PARTECIPAZIONE E CONDIVISIONE. Nel programma di legislatura mancano strumenti concreti di partecipazione e condivisione. Fondamentale e imprescindibile è la cultura della sussidiarietà verticale e orizzontale, unico un modello per liberare il potenziale sotto valorizzato delle persone e dei territori. Serve dunque un progetto dedicato alla partecipazione e condivisione, da costruire insieme, che possa diventare autentico patrimonio regionale. Per questo serve un quadro normativo che definisca processi e procedure finalizzate a generare risultati e pareri vincolanti; figure professionali con competenze specifiche, incluso facilitatori territoriali; risorse economiche dedicate. Nella nostra regione, tutta in difficoltà, vi sono dei focolai di crisi che necessitano di specifiche cure: le aree interne, i comuni della Dorsale Appenninica, dell’Orvietano, di Città di Castello, dello Spoletino e di altre zone. Forti criticità ci sono nell’area del terremoto, nel comprensorio del lago Trasimeno e al Ternano. L’AREA DEL TERREMOTO STA PAGANDO I RITARDI DI UN MODELLO CHE PURTROPPO NON FUNZIONA. Vanno risolte le tante incongruenze, mancanze ed errori contenuti nelle ordinanze in vigore ed in quelle che verranno. Il cratere, dal punto di vista della pura ripresa economica, viaggia a due velocità. La maggioranza dei comuni è tornata ad avere una economia vicina alla normalità, non più condizionata dal sisma del 2016. Cascia si trova in una situazione intermedia, ma Norcia e Preci, con tutte le loro frazioni, sono in pieno dramma terremoto. Non sono state ancora bandite neanche le gare per la progettazione finalizzata al recupero ed alla ricostruzione dei principali cantieri pubblici come la Basilica di San Benedetto, la Cattedrale di Santa Maria e l’Abbazia di Sant’Eutizio. Il centro storico di Preci è ancora quasi totalmente zona rossa. Chiedo che ai comuni più colpiti del cratere, venga riconosciuto un adeguato regime di aiuti nella nuova programmazione europea 2021-2027. Il Lago Trasimeno ha grandi potenzialità quali il turismo, l’agricoltura e l’artigianato che oggi esprimono meno del 50 per cento del loro potenziale. Occorre costruire un piano strategico di area vasta.
Sistema industriale ternano. Rispetto al territorio ternano serve il coraggio di scommettere su un nuovo futuro: Terni deve ambire a diventare la città dell’industria etica e sostenibile.
Vanno rivisti gli appalti pubblici e i contratti di lavoro collegati. È anche da qui che deve ripartire una nuova Umbria. Troppo spesso certe condizioni di lavoro cancellano presente e futuro ai nostri giovani. Se consideriamo il trend nel rapporto lavoratori-pensionati, è chiara la necessità di correre subito ai ripari. È importante prevedere, a beneficio delle giovani coppie con bambini con basso ISEE, specifici incentivi a sostegno della loro vita da genitori, come ad esempio il ‘dopo scuola’ e l’accesso gratuito ad attività sportive e culturali rispondenti a specifiche caratteristiche. Serve un nuovo modello di governance. Necessario puntare al potenziamento ed alla creazione di nuove filiere rispondenti al principio di economia circolare. L’agenda europea 2021- 2027 ci fornirà attraverso i fondi strutturali molte risorse per cambiare il nostro futuro, specialmente nel versante green. Sarebbe auspicabile prevedere un ‘Super Green Master’ dedicato a creare specializzazioni per: giovani scienziati preparati ad affrontare l’emergenza climatica; una nuova generazione di economisti capaci di elaborare progetti e start-up per l’economia circolare; architetti ed ingegneri specializzati in bio-architettura e risparmio energetico.
Questo istituto potrebbe nascere a Terni. Il turismo è lo strumento per rafforzare l’immagine dell’Umbria in Italia e nel mondo. Oltre a investimenti in infrastrutture e trasporti mirati per target e destinazioni, a bandi adeguati per contenuti e risorse, a strumenti finanziari calibrati per il nostro tessuto imprenditoriale e a capacità di remunerare l’investimento, esso ha necessità di essere meglio regolamentato. Intervenire sulla concorrenza sleale. Bene la previsione di un ‘codice unico’ per tutte le tipologie di strutture ricettive. Intendo ringraziare e sostenere le Forze dell’Ordine e la Magistratura che combattono la malavita organizzata nella nostra regione. Le istituzioni e i cittadini non devono abbassare la guardia”.
Eleonora PACE (FDI): “OPPOSIZIONE SMETTA DI OSCILLARE TRA RECRIMINAZIONI E RIVENDICAZIONI, SI ADATTI AL NUOVO RUOLO SENZA FARE SEMPRE RIFERIMENTO AL PASSATO. La vittoria del Centrodestra alle elezioni è legata proprio a quello che il Centrosinistra ha fatto negli ultimi anni. In occasioni del cinquantesimo della Regione invito la Giunta ad organizzare approfondimenti e studi che mettano in evidenza le differenze tra oggi e il 1970. La crisi di questa regione va assumendo caratteristiche strutturali ed emergenziali. Banca d’Italia, Istat e Aur fotografano un declino pesante e lungo 20 anni. Il 12,5 percento della popolazione regionale vive con un reddito inferiore agli 800 euro al mese. Questa regione invecchia, ha un basso tasso di natalità e una preoccupante emigrazione dei giovani.
BISOGNA FARE IN MODO DI AGIRE PER SPINGERE IN ALTO L’ECONOMIA REGIONALE. Finiti gli anni della spesa facile è iniziata l’involuzione. La relazione della presidente rappresenta la road map da seguire per lo sviluppo della Regione, mettendo in evidenza i punti critici dell’economia regionale. Il dato della fragilità delle imprese è reale ma il sistema pubblico fino ad ora si è dimostrato inadeguato, soprattutto per quanto riguarda Gepafin e Sviluppumbria. La programmazione comunitaria è centrale per la regione e la precedente Giunta non è riuscita a spendere i fondi a disposizione per mancanza di progettualità. La sanità assorbe una quota notevole del bilancio ma si tratta di fondi vincolati che vengono trasferiti dallo Stati: non si tratta dunque di risparmiare ma di utilizzare meglio quei soldi. Magari per abbattere le liste di attesa, per facilitare l’accesso a prestazioni rapide ed efficaci, per potenziare la sanità pubblica. L’ospedale di Terni è oggi una struttura vecchia e inadeguata, dove lavorano dei medici che possiamo considerare dei missionari. Una situazione che negli anni è peggiorata anche a causa delle classi dirigenti del centrosinistra ternano. Terni è una delle città italiane con l’aria più inquinata e fino ad oggi è stato fatto pochissimo. Serve un nuovo piano per la bonifica dei terreni inquinati, come quello di Papigno. La gestione dei rifiuti rappresenta un fallimento ventennale, privo di visione complessiva e di scelte risolutive per la chiusura del ciclo. Servono interventi per l’agricoltura e la zootecnia di qualità. Dobbiamo prepararci alla nuova programmazione comunitaria coinvolgendo tutti i protagonisti di questi settori”.
Andrea FORA (PATTO CIVICO): “GLI UMBRI HANNO CHIESTO UN FORTE CAMBIAMENTO, MA IL QUADRO DI QUESTO PROGRAMMA È TIMIDO E CONFUSO E I PRIMI SCONTENTI SARANNO PROPRIO I VOSTRI ELETTORI. Si tratta di un documento scritto a più mani ma privo di contenuti e proposte concrete. 85 pagine che metterebbero d’accordo elettori di diverse idee politiche, visto che si limita ad analisi superficiali senza proporre soluzioni. La sanità occupa il 20 per cento del documento e contiene proposte che condivido, anche se ci sono riferimenti a servizi che esistono in Veneto ma non in Umbria. Mancano inoltre riferimenti a selezioni e concorsi. Il problema principale dell’Umbria non è certo la sanità, quanto piuttosto il lavoro, l’ambiente e le infrastrutture. Su questo non ci sono proposte concrete. Nel programma del Centrosinistra c’erano oltre 120 proposte concrete. Qui invece non ci sono soluzioni per affrontare la povertà e la marginalità, sostenere lo sviluppo. Al lavoro sono dedicate solo 3 pagine, senza citare sindacati e lavoratori. 7 pagine su 85 sono dedicate al welfare senza citare il volontariato, l’associazionismo e la cooperazione sociale, che non viene mai citata ma che rappresenta una comunità importante e numerosa. Non ci sono riferimenti al fenomeno migratori e all’accoglienza. Non c’è il volontariato di protezione civile, un modello di efficienza che rappresenta un punto di riferimento per le comunità locali. Non c’è quindi alcun protagonismo della società civile. In questo documento c’è una grande carenza culturale, che prospetta una crescita e uno sviluppo che non tiene in considerazione il sociale. Adattate meglio il ‘copia e incolla’ al contesto della nostra regione. Le 50mila famiglie in povertà non troveranno risposta da un numero unico e dalla riqualificazione dei parchi pubblici. Anche le proposte per il rilancio dell’economia e dell’agricoltura non convincono e partono da una realtà diversa da quella umbra. L’importanza della cooperazione nell’economia regionale viene trascurata e i finanziamenti a pioggia sono piovuti molto su alcuni e molto poco sui piccoli agricoltori umbri. Iniziate a liquidare i finanziamenti già approvati e a sostenere la rete delle piccole aziende agricole. In questo programma avrei voluto trovare il coraggio di una forza politica che si trova a governare una Regione dopo molti decenni. Non ci sono scelte nette e chiare”.
Thomas DE LUCA (M5S): “DOBBIAMO RAGIONARE SU UNA PROGRAMMAZIONE CHE FACCIA USCIRE L’UMBRIA DAL PANTANO IN CUI VERSA. SIAMO DI FRONTE AD UNA CRISI STRUTTURALE E TROVO TANTE MANCANZE IN LINEE PROGRAMMATICHE. Sono rimasto estremamente sorpreso dalla loro lettura. La scorsa Giunta è caduta per Concorsopoli, eppure non si nominano le parole ‘anticorruzione’ e ‘concorsi pubblici’, mentre ‘legalità’ solo una volta. Com’è possibile che nelle linee programmatiche non ci sia alcun tipo di proposta per garantire la legalità e per misure di contrasto alla corruzione? La legalità deve essere un patrimonio condiviso da tutta la comunità regionale. Come presidente del Comitato per il controllo e la valutazione mi auguro di andare realmente ad inserire anche nelle clausole valutative sistemi che creino muri per impedire fenomeni corruttivi. Sulle infiltrazioni mafiose mi aspetto dalla Presidente dell’Umbria una posizione chiara e inequivocabile. Non possiamo pensare di esaurire il nostro impegno con l’istituzione della Commissione antimafia. Nella mozione di maggioranza vengono inseriti i temi della sicurezza con visione ristretta e chiusa. Come minoranza abbiamo già depositato un emendamento su questo tema. Non serve ragionare sugli spot, ma su interventi strutturali. Nelle linee sull’ambiente si parla esclusivamente di riciclo e riuso. Bisogna parlare di come chiudere il ciclo dei rifiuti in Umbria. La raccolta differenziata non basta. Paghiamo l’assenza di una politica impiantistica negli ultimi anni. C’è bisogno di una visione integrata sulle bonifiche, sulle emissioni, da inserire all’interno del tema dell’emergenza climatica. Anche in sanità serve uno sguardo legato al mantenimento in salute dei cittadini. Aumenta l’aspettativa di vita dei cittadini e dobbiamo lavorare sulla prevenzione primaria e secondaria, legata anche all’esposizione ambientale. Dobbiamo migliorare la qualità della vita degli umbri, pensando anche ad una sorveglianza epidemiologica dedicata ai territori più problematici. Il dialogo con i comuni non è il paradigma per risolvere tutti i problemi perché in Umbria c’è stato uno squilibrio strutturale che ha portato alcuni territori ad essere totalmente dimenticati. Nelle linee non leggo nulla sui consorzi di bonifica e sulla gestione dei corsi d’acqua e del territorio che è assolutamente carente. Inoltre manca un approccio dedicato alla gestione delle emergenze, al tema della protezione civile e al volontariato che oggi regge il sistema in Umbria”.
PAOLA AGABITI (gruppo consiliare Tesei presidente): “L’alternanza delle forze politiche non dovrebbe essere un fatto epocale ma fisiologico, che anche in Umbria si è realizzato, seppure in tempi biblici. SIAMO SICURI DI RIUSCIRE A CAMBIARE L’UMBRIA, PORTARLA DA REGIONE IN DECLINO A REGIONE IN CRESCITA, LASCIANDO ALLE SPALLE IL TRISTE PRIMATO NEGATIVO DEL PIL PER ABITANTE IN UMBRIA. Non meraviglia che i nostri cittadini siano sempre più poveri, anche sotto la media italiana, a queste cose si deve la scelta elettorale dell’Umbria. I giovani che hanno lasciato l’Umbria sono quadruplicati. Dobbiamo costruire il futuro. Regione impoverita di risorse umane, crisi mai affrontata nella precedente legislatura in nome di un ottimismo di maniera e in attesa che arrivasse una soluzione per fattori esterni, ma così non è stato. . Per fare tornare a crescere l’Umbria, quantomeno su valori medi nazionali e europei, occorre intervenire sul metodo della politica e nel merito delle decisioni. Su questi due fronti si misurerà la capacità di innovare. LE FORZE DI MAGGIORANZA INTERPRETERANNO LA RESPONSIBILITÀ DI GOVERNO COME OPPORTUNITÀ PER FARE EMERGERE E RESPONSABILIZZARE. lavoreremo per creare una società aperta, ai saperi, senza distinzione di sorta. aiuteremo i talenti a emergere, non importa la loro provenienza politica, valuteremo la validità delle proposte, APRIREMO LE PORTE DELLA REGIONE AL PROTAGONISMO DELLA SOCIETÀ. Ricercheremo il contributo dei corpi intermedi, dei meccanismi rappresentanza, secondo una logica di responsabilità allargata, che implica nuove forme di coinvolgimento, basate su confronto intenso e reale capacità di proposta, che oltrepassano le consumate pratiche di concertazione. Intenderemo la Regione come supporto agli Enti locali, imprese e cittadini, in uno spirito di servizio, non di potere, questo è il profilo della Regione che abbiamo in mente, essenziale nella struttura, bando agli sprechi, essenziale nella presenza, essenziale nel ruolo quale soggetto indispensabile per lo sviluppo. Programmazione dei Fondi europei: sono l’unico strumento di intervento per lo sviluppo economico e la riqualificazione del territorio. L’avvio della consiliatura ha una intensità straordinaria, c’è un forte spirito innovatore nella nuova maggioranza. No alle vecchie misure del ciclo 2014-2020, no ad operazioni di facciata che siano conservative, ci serve un supplemento di coraggio. Ripensare gli strumenti dell’attuale programmazione, modificarla e renderla più coerente con i nuovi obiettivi. Servono politiche nuove, una regione con occhi nuovi, capire dove e cosa potrà essere l’Umbria fra 20 anni. Per quanto riguarda la macchina amministrativa serve una revisione dell’assetto per contenere la spesa corrente in favore dello sviluppo, di una digitalizzazione più avanzata, della riduzione del carico fiscale. Il Terzo settore sia un’economia culturale e produttiva, non solo Umbria terra da visitare, ma un approccio diverso per il turismo, cambiare profondamente. Non accontentarci della crescita fatta ma puntare al doppio. Serve anche il consolidamento dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, rafforzare la rete, conciliare la vita familiare, promuovere maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Una delle priorità ovviamente sarà accelerare sulla ricostruzione e spero ci sia un comune sentire su questo. Dobbiamo anche agire rapidamente”.
Roberto MORRONI (Forza Italia): “AUSPICO VIRTUOSA COMPLEMENTARIETÀ TRA MAGGIORANZA ED OPPOSIZIONE PER LA COSTRUZIONE DI UNA NUOVA STAGIONE DI CRESCITA E DI SVILUPPO PER L’UMBRIA – I tratti fondamentali di una nuova fase del regionalismo umbro sono: Riforme, rinnovata responsabilità e sforzo collettivo. Se l’Umbria ha perso, nel corso degli anni, terreno rispetto alle posizioni più avanzate di altre Regioni e a livello europeo, lo si deve ad un governo regionale non in grado di affrontare ritardi, lentezze, inadeguatezze che hanno finito per collocare la nostra regione su un piano inclinato. Su un tema, negli anni passati, non è stata posta la giusta attenzione: la spending review, passaggio imprescindibile per impostare su basi nuove le linee di indirizzo e le politiche concrete a sostegno dello sviluppo. Si è in ritardo rispetto alla rivoluzione digitale che sarà molto tempestiva e rappresenterà una straordinaria opportunità per recuperare il terreno perduto se sapremo gettarci nella sfida con le giuste risorse e con appropriato atteggiamento culturale. Serve tracciare una rotta impostata su metodo e bisogno, i due pilastri su cui ridisegnare un nuovo assetto moderno per la nostra società. Va creato un sistema di pari opportunità per tutti. L’altra sfida che segnerà il futuro prossimo è la ‘sostenibilità ambientale’ che dovrà diventare un tratto distintivo ed irrinunciabile delle nostre politiche di sviluppo. Le riforme dovranno anche basarsi su una rinnovata responsabilità che dovrà coinvolgere maggioranza ed opposizione, passaggio importante per una regione che deve rimettersi in moto. Un buon governo non vuol dire soltanto essere efficiente ed in grado di compiere scelte di concreta attuazione, ma anche essere capaci di tracciare un profilo dell’Umbria di domani, quale luogo di opportunità, modernità e benessere, economico e sociale. Rispetto al passato nessuno invoca abiure, ma nessuno può tollerare apologie. La dialettica politica può essere serrata, aspra, ma auspicabilmente libera, scevra da strumentali e anacronistiche contrapposizioni ideologiche. Auspico una virtuosa complementarietà, tra chi sta al governo e chi all’opposizione, nel rispetto della diversità dei ruoli, ma entrambi chiamati alla costruzione di una nuova stagione di crescita e di sviluppo per l’Umbria”.
Fabio PAPARELLI (Pd): “DICHIARAZIONI PROGRAMMATICHE DELUDENTI E CARENTI, CHE PROPONGONO UNA NARRAZIONE NEGATIVA DELL’UMBRIA, CON MOLTE ANALISI PARTIGIANE, ELENCHI DI TITOLI DI DESIDERI GENERICI SENZA RISORSE E STRUMENTI PER REALIZZARLE. L’Umbria di oggi, nonostante la crisi e il sisma, è una regione con una buona qualità della vita e una discreta coesione sociale, un livello di tassazione fermo da venti anni ed eccellenze che consentono di guardare al futuro con fiducia. Nelle linee programmatiche ci sono omissioni su temi fondamentali come la condanna senza se e senza ma delle infiltrazioni mafiose. La sicurezza non può essere ristretta all’immigrazione clandestina. Non ci sono accenni sulla visione del ruolo istituzionale dell’Umbria nel centro Italia, ad alleanze con regioni vicine, a cosa si pensa di fare sull’autonomia, sui servizi a rete. Non si parla di politiche importanti con riferimento a cali demografici, alle politiche di accoglienza e integrazione. Non si cita il patto sociale, la gestione condivisa dei beni comuni, l’agenda urbana, le aree interne, il progetto Trasimeno. Con questa visione negativa di trascurano traguardi importanti da sviluppare come nel turismo i 6milioni di presenze nel 2018, con un grande recupero a solo un anno dal sisma. Non si parla del contrasto all’abusivismo in campo turistico per il quale è stato elaborato un protocollo, della banda ultralarga, della dispersione scolastica, del risultato positivo dell’export delle nostre imprese. Certo, ci sono difficoltà innegabili e criticità strutturali a partire dal lavoro e dai giovani. Basta con il ritornello del Pil umbro, che dal 2015 ha visto un aumento del 2,8 per cento, senza calcolare l’effetto depressivo del sisma. La produttività è un tema centrale, ma per miglioralo serve il coinvolgimento di tutti gli attori del sistema. Vanno messi al centro i temi della ricerca, dell’internazionalizzazione, della digitalizzazione del sistema produttivo, del miglioramento della struttura finanziaria e patrimoniale delle imprese, dei sistemi di garanzia e riassicurazione del credito, competenze e capitale umano. Nel programma non ci sono azioni di supporto determinanti come la gestione delle transizioni industriali, l’area di crisi complessa Terni Narni, l’area di crisi ex Merloni e quella per la Valnestore. Non ci sono temi importanti per la produttività come la contrattazione di secondo livello, il patto per la fabbrica, la sicurezza sul lavoro, la stafetta generazionale. Sulle infrastrutture in un’ottica costruttiva proponiamo un grande piano straordinario per la manutenzione delle strade e la messa in sicurezza territorio. Sul lavoro gli ultimi dati Istat hanno rilevato un significativo incremento dell’occupazione con oltre 13mila nuovi occupati, un tasso di occupazione del 65 per cento e la disoccupazione che scende al 7. Tendenza da consolidare rafforzando i risultati conseguiti con Arpal, con i programmi Umbria attiva e Cresco. Sul lavoro ci sono due criticità importanti: la disoccupazione giovanile e l’occupazione dei disabili. Proponiamo due misure: il reddito per il lavoro e una politica di incentivazione dell’assunzione delle persone con disabilità. Sul sisma e la ricostruzione la Presidente Tesei dice che il modello di governance è stato un fallimento. In parte lo condivido. Eppure lei dimentica che è stata una senatrice della Repubblica, che ha governato per 18 mesi senza che sia stata cambiato questo modello. Sulle bugie, sulle dimenticanze, sulle promesse della campagna elettorale non faremo sconti, come sul combattere le infiltrazioni mafiose. Ma SAREMO COSTRUTTIVI E PROPOSITIVI QUANDO SARANNO GLI INTERESSI DEI CITTADINI UMBRI A PREVALERE e quando non saranno messi in discussione i valori fondanti della nostra Regione”.
La replica della presidente Donatella TESEI: “Ho apprezzato l’intervento del consigliere Bori, sul considerarsi minoranza e non opposizione. POSSO RASSICURARE TUTTI SULLA FERMA CONDANNA ALLA CRIMINALITÀ IN OGNI FORMA. L’ho già detto in conferenza stampa e non credo sia necessario ripeterlo in ogni occasione. La condanna è ferma per ogni tipo di infiltrazione e di criminalità, anche piccola. Ho contatti costanti con le forze dell’ordine e con chi si occupa di sicurezza a tutti i livelli, con chi ha poteri in questo ambito e si occupa delle indagini. Non ci sono, consigliere De Luca, riferimenti a concorsi trasparenti e legalità perché questa è la normalità e non c’è bisogno neppure di ribadirlo. Alle critiche del consigliere Fora, replico che forse manca l’elencazione puntuale di ogni singolo intervento. Ma lei conosce la mia sensibilità verso il sociale e la protezione civile. Ho tenuto per me la delega sull’università per il ruolo che può e deve svolgere in questa regione. Ho difficoltà a seguire il consigliere Paparelli: se aveva tutta la consapevolezza che ha espresso avrebbe potuto farne uso quando era al governo della Regione fino a due mesi fa. Bisogna mettere da parte le posizioni ideologiche per cercare di risolvere i problemi di cui tutti siamo consapevoli. Sarei stata la prima ad essere contenta di non doverli affrontare. DA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE DIFESA DEL SENATO NON HO POTUTO CAMBIARE IL MODELLO DELLA RICOSTRUZIONE. STIAMO CERCANDO DI MODIFICARE UNA SITUAZIONE COMPLESSA, TROVANDOCI DI FRONTE AD UN MURO. Spero che potremo lavorare insieme e sono pronta ad accogliere ogni suggerimento pensato per il bene dei cittadini umbri e non ad interessi di parte”.
Michele FIORONI (assessore): “FORSE CI SAREBBE STATO DAVVERO BISOGNO DI UN LIBRO DEI SOGNI, VISTI I TANTI SOGNI CHE SONO STATI RUBATI A QUESTA COMUNITÀ, AI GIOVANI CHE SONO DOVUTI ANDARE ALL’ESTERo. Con una sorta di negazionismo storico si è continuato a rifiutare che questa regione avesse sbagliato rotta. Il ruolo dell’Università è centrale e trasversale, visto che riteniamo l’Ateneo un attore fondamentale per il rilancio economico. Uno dei fattori che favoriscono la produttività è l’innovazione, di cui l’Università è motore. L’UMBRIA HA L’AMBIZIONE DI DIVENTARE UNA TERRA IN CUI SIA FACILE PRODURRE INNOVAZIONE, TRASMETTENDOLA POI ALL’INTERNO DELLE IMPRESE. SERVONO INTERVENTI STRUTTURALI PER RIMETTERE IN MOTO L’ECONOMIA. Gli interventi attuati fino ad ora sono stati deboli, con un impegno dei fondi strutturali non adeguato. In Umbria, sull’innovazione, si spendeva più della media nazionale ma con risultati non all’altezza: le risorse non sono andate dove servivano. Bisogna avere il coraggio di fare scelte, anche se questo non genera consenso. Non sarà certo una applicazione per far trovare lavoro alle persone. Al centro di ogni azione andrà posto un sistema di valutazione sull’efficacia delle risorse investite. Dobbiamo investire in settori che abbiano la capacità di incrementare il Pil e di rimettere in piedi l’economia”.