(riceviamo e pubblichiamo) Questa regione è cresciuta con il centro sinistra: dalla costruzione di una identità territoriale alla trasformazione e crescita economica, dalla costruzione di una vasta rete di servizi ad una diffusa protezione sociale.
Un’azione intensa che ha portato a recuperare grandi ritardi storici, che ha creato lavoro e benessere grazie ad una politica innovativa e coraggiosa che nonostante le ridotte dimensioni ha visto l’Umbria occupare posizioni di primo piano in Italia.
Con il tempo e con la crisi questa azione si è appannata e pure tra tante cose positive dimostrate dai risultati non si è prodotta la necessaria innovazione sociale ed economica,
I partiti che hanno governato sempre di più si sono immedesimati e si sono plasmati in funzione del governo della regione e della gestione della cosa pubblica.
Il gioco delle correnti soprattutto dopo la nascita del PD ha fatto il resto costruendo gruppi dirigenti in funzione del consenso personale e non sempre delle competenze e capacità sia nel partito che nel governo delle istituzioni.
Il PD umbro vive da tempo una crisi che si è aggravata con le vicende giudiziarie ma che era palese almeno dalla sconfitta del 2014 a Perugia.
E’ sicuramente partendo da questo, indipendentemente dalle modalità del congresso , che bisogna indirizzare la discussione per ricostruire un orizzonte politico e ridare slancio alla azione di una sinistra di governo.
L’Umbria sta vivendo la crisi economica più grande dal dopoguerra, che il governo di centrodestra con una politica inconcludente e improvvisata non riesce ad affrontare ed anzi sta aggravando. Un esempio per tutti la disorganizzazione sulla pandemia covid e l’arretramento sul funzionamento complessivo della sanità. Così torniamo indietro.
Anche per questo il PD deve chiudere, al di là delle singole opinioni, questa fase di discussione interna, per costruire una nuova idea di Umbria e una nuova stagione di crescita e benessere per questa nostra terra.
Questo obbiettivo si può costruire solo con un cambiamento vero della organizzazione di partito che veda il protagonismo dei territori e la conseguente riapertura dei circoli di base per coinvolgere ed ascoltare le persone ed i loro problemi, cosa che tutti dicono di volere ma che è reale solo in pochissime realtà.
Il PD deve tornare ad essere riferimento in ogni paese e non un gruppo dirigente distante, attento ai propri equilibri, che valorizza e coinvolge solo gli amici e gli ubbidienti, che non si confronta con i problemi e allontana chi non si allinea in qualche gruppo.
La speranza è che il nuovo gruppo dirigente, sia nuovo oltre che di forma anche di sostanza e di metodi, che sia capace di coinvolgere e di ascoltare, che apra una grande fase di discussione e partecipazione, che guardi al futuro dell’Umbria perché questa regione ha bisogno di ritrovare il senso di comunità ed elaborare una nuova idea di Regione: aperta, leggera, semplice, innovativa, dinamica, attenta all’ambiente, al sociale ed al lavoro.
Batino Sergio