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Alta Velocità. Crescono viaggiatori, treni e fermate. Ci sarà uno spazio anche per noi?

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Qualche giorni fa il Corriere della Sera, il quotidiano più letto d’Italia, lo storico giornale della capitale economica e civile d’Italia,  è tornato sul tema dell’Alta Velocità ferroviaria, per parlare del suo significato e della sua grande crescita.

I collegamenti veloci stanno cambiando le abitudini di vita e di lavoro degli italiani in questa dorsale che congiunge Milano a Roma. Sono cambiamenti che avvertiamo anche noi che stiamo a mezza strada tra Roma e Firenze e che da tempo abbiamo come concittadini numerosi professionisti che lavorano nelle due città metropolitane a noi vicine e che poi si rifugiano nei nostri centri storici e nelle nostre campagne per i fine settimana o addirittura per il riposo serale. Per non parlare di un certo tipo di  “telelavoro” che si sta silenziosamente ma continuamente diffondendo.

Siamo noi ad accorgerci come il turismo che cerca le nostre bellezze ambientali ed il nostro sterminato patrimonio storico artistico, abbiano come prevalente punto di riferimento il treno e la stazione di Chiusi, quando usano i mezzi pubblici.

Nel dossier del Corriere della Sera le cifre parlano chiaro, l’indice di copertura dei posti nei treni dell’Alta Velocità, Milano – Roma. è ormai pari al 75% ed in costante aumento, sia nei treni senza  fermate che in quelli con fermate. E le pochissime e brevi fermate piuttosto che disincentivarne l’uso lo hanno moltiplicato allargando la platea dei clienti e le dimensioni dei ricavi.

Ma tra Roma e Firenze resta un buco che può essere riempito. La comunità politica, imprenditoriale ed istituzionale di questa “area di mezzo” si è mossa da tempo, con una unità che è storicamente straordinaria, dato il localismo strisciante che per molti anni ha fatto perdere molti treni e che non andavano su rotaia, ma su un binario che si chiamava “previsione del futuro”.

La scelta e la risposta a questa legittima richiesta di servizi e di sviluppo, che non c’entra niente con tutti gli altri problemi del trasporto che vanno ugualmente risolti, dipende da Trenitalia o da Italo,  in primis, le azienda che devono vedere il business, ma anche dal Governo, che deve pensare alla crescita equilibrata di tutti i suoi territori, ed è l’azionista principale di una azienda e della rete. Dipende anche dalle due Regioni interessate, Toscana e Umbria. Su questo’ ultimo capitolo le Regioni avevano già trovato un accordo per una nuova stazione dell’Alta velocità ad Arezzo.  Cominciando in Umbria a capire, che l’asse della comunicazione veloce, per Perugia ed il resto della regione, non passa per Valfabbrica o Colfiorito, ma da quest’altra parte. Qui poi non si chiedono stazioni, almeno per ora, ma si chiedono fermate. C’è un po’ di silenzio sul tema. Attenzione perché , restando in argomento, di treni, per le aree non metropolitane,come le nostre,   ne passano più pochi, in senso figurato e non. (g.f)