La ludopatia è l’impulso irrefrenabile che spinge una persona a giocare all’azzardo. Si stima che in Italia, le persone affette fa questo disturbo siano novecentomila. In Umbri intorno ai diecimila. Il fenomeno non è certamente nuovo. Nell’antica Grecia, dalla quale un po’ tutti siamo figli, il gioco d’azzardo era diffusissimo.
Celebre la raffigurazione di un’anfora dove Achille e Aiace giocano a dadi. Anche nell’antica Roma si giocava molto benché tale pratica fosse proibita. Il fenomeno del gioco d’azzardo nella quotidianità è sotto gli occhi di tutti, ed è una sindrome trasversale e interclassista. Va dal ricco professionista al modesto operaio, dal pensionato sociale al minorenne.
Un po’ ovunque capita di vedere soggetti praticamente persi davanti alla slot aspettando il “deserto dei tartari” monetario. E continuano ad introdurre monete. Oppure dietro improbabili paraventi o “retrobottega” si intuisce il caratteristico rullante suono della “macchinetta” e di tanto in tanto persone col volto tirato che si apprestano alla cassa a cambiare banconote per manciate traboccanti di gettoni. A volte poi il problema si amplifica quando il giocatore per poter assecondare l’impulso, cade nell’usura.
Secondo i medici, più che un disturbo la mania del gioco d’azzardo, comprendendo tutte le varie forme, non solo le slot, è una malattia vera e propria e in questi termini va trattata. Le cause scatenanti di questo comportamento compulsivo sono sconosciute, anche se lo stile di vita influisce. Con più o meno successo, lo stato ha messo in campo vari strumenti per contrastare il fenomeno. P
Per un periodo, in seguito alla denuncia di una associazione dei consumatori erano stati bloccati i fondi necessari all’attuazione di un piano sociosanitario e di prevenzione che la regione Umbria aveva programmato.
In seguito l’Osservatorio Nazionale per il Contrasto e la Diffusione del Gioco D’azzardo, ha promosso integralmente tale piano e si è riattivata la “macchina” per fronteggiare il problema. Inoltre dal 2016 è attivo un numero verde (800410902) al quale rivolgersi in caso di necessità. Perché sempre secondo i medici infatti, il primo passo per guarire è la presa di coscienza del problema. Fa seguito il contatto con settori specializzati della sanità.
È fondamentale anche interrompere le fonti di denaro dalla quale il malato attinge, tipo carte di credito, libretti di risparmio ecc. E poi lo stile di vita, come poc’anzi si faceva riferimento: pericolosissimo il cliché: gioco – perdita – depressione – impulso a giocare per rifarsi delle perdite. Ma sarà sempre il medico ha dare i suggerimenti e le terapie per iniziare un percorso che possa portare fuori dal tunnel.
Nunzio Dell’annunziata