La Sala Grande di Palazzo Corgna a Città della Pieve era piena, come non succedeva da tempo. A riempirla sono stati Luciana Scattoni e Gaetano Fiacconi, rispettivamente autrice e curatore della rassegna stampa e supporto amicale del libro “Appunti su Marco”. Un libro speciale, particolare. Il libro, scritto benissimo, dove Luciana racconta la scomparsa del figlio Marco, il suo dramma di mamma e la ricerca di una verità ancora tutta da scoprire.
Sì, perché il maresciallo Marco Scattoni, in servizio nella Caserma dei Carbinieri di Pegognaga, piccolo, ma ricco centro del mantovano al confine con il modenese ed il carpigiano, fu trovato morto, sei anni fa nelle colline appenniniche al confine fra Emilia e Toscana, dopo un viaggio notturno tutto da spiegare, ucciso da un colpo di pistola.
La chiusura formale, di una frettolosa e reticente inchiesta, ha stabilito che si è trattato di un suicidio. Ma i punti interrogativi restano tanti e pesanti e ne abbiamo accennato anche in un nostro articolo precedente, ne parla diffusamente il libro, ne parlò la stampa in quei giorni, riportata sempre nel libro, ne parla una pagina facebook dal significativo titolo “Giustizia per il maresciallo dei carabinieri Marco Scattoni”.
Nel corso del pomeriggio di ieri, è stato detto che il titolo “Appunti per Marco” prende spunto dal file su cui l’autrice aveva, nel corso delle settimane di ricerca e poi degli anni dopo la scoperta del cadavere, inserito tutto quanto riguardasse l’argomento, creando poi la base del volume pubblicato.
Questo file, è stato detto da Luciana Scattoni e Gaetano Fiacconi “vogliamo che resti aperto”. Il senso del nostro articolo è questo. Anche per noi questo file resterà aperto. E siamo disponibili a collaborare con quanti avranno gli stessi propositi. Lo faremo da amici, ma ancora di più da cittadini. (g.f)