La riorganizzazione sanitaria dell’area del Trasimeno è sancita con delibera 506 del 10 giugno 2014 ed è ancora in fase iniziale di applicazione; nel mese successivo ironia della sorte lo stesso giorno 10 luglio 2014 la Conferenza Stato Regioni “licenzia” il Patto della Salute 2014-2016 nel quale si preannuncia quello che sarà poi il DM 70/2015.
Non credo che chi ha scritto la riorganizzazione non fosse a conoscenza di queste norme, visto che sono uscite con un accordo stato regione e nel patto è già richiamato il punto 10 del DM 70, quindi quando è stato scritto il DM 70 era già a conoscenza delle regioni.
Il tutto si basa sullo sviluppo di presidi territoriali a gestione del distretto per procedere alla deospedalizzzione. Probabilmente non si devono creare ospedali di base se non in particolari condizioni.
Le norme sono molto incentrate sull’attività territoriale e sull’assistenza domiciliare, sulla cronicità e sulla prevenzione e stili di vita .
Queste due norme emanata a seguito di un Accordo Stato Regioni chiedono che siano rivisti gli assetti organizzativi dei Servizi Sanitari Regionali, da ciò deve discendere che quello progettato ante venga rivisitato in funzione delle nuove norme ed anche la delibera 506 è in gran parte superata dall’applicazione delle norme sopra citate.
In particolare il Patto della Salute prevede l’umanizzazione delle cure, lo sviluppo dell’assistenza territoriale per tramite delle UCCP “unità complesse cure primarie” e le AFT “Aggregazioni Funzionali Territoriali” quest’ultime devono avere un bacino di utenza riferito a non più di 30.000 abitanti.(c)
Tra i tanti compiti affidati alla AFT vi è quello di gestire i codici di minor gravità dell’emergenza (codici bianco e verde). Questo consentirebbe unitamente allo sviluppo di Presidi Territoriali/Ospedale di comunità di promuovere la riduzione di ricoveri inappropriati ed i percorsi di deospedalizzazione e di ridurre drasticamente gli accessi ai pronto soccorsi.
Solo dopo l’applicazione di tali “principi” si deve procedere all’applicazione del DM 70 che in realtà individua 3 tipologie di ospedali, oltre ai presidi territoriali e quelle che sono definite strutture intermedie.
Presidi ospedalieri di base 80.000 – 150.000 abitanti
Presidi ospedalieri di I livello 150.000 – 300.000 abitanti
Presidi ospedalieri di I livello 600.000 – 1.200.000 abitanti
Nei presidi ospedalieri di base viene previsto un pronto soccorso se si hanno le seguenti condizioni:
- 000 – 150.000 abitanti
- Tempo di percorrenza maggiore di 1 ora dal DEA di riferimento
- Un numero di accessi appropriati annuo pari .00ati cessi annuo A di riferimento
- visto un pronto soccorso se si hanno le seguenti condizioni
- di deospedalizzazione e dia 20.000
La Regione Umbria ha definito quali sono gli Ospedali DEA di II livello (Perugia – Terni) e di I Livello (Gubbio-Gualdo, C.Castello, Foligno, Orvieto, Spoleto.) questi sembrano troppi rispetto alla popolazione, si consideri che in Toscana sono stati individuati 3 DEA di secondo livello ed indicativamente un DEA di 1 per provincia, si consideri che la popolazione Toscana è di 3.742.437 mentre quella umbra è di 888.908 quindi con un rapporto 1 a 4.
Lo stesso ragionamento sulla popolazione deve essere fatto per gli ospedali di Base che possono essere istituiti solo se si ha un bacino di utenza di 80.000 – 150.000 abitanti, da cui consegue che non possono esistere come ospedali di base gli attuali plessi di Amelia, Assisi, Castiglione del Lago, Media Valle del Tevere, Narni, Umbertide tutti con bacini di utenza nettamente inferiori agli 80.000 considerando anche il numero eccessivo di DEA.
Lo stesso DM prevede che nei presidi ospedalieri si debba svolgere un’attività sufficiente a garantire la sicurezza delle procedure e una così ampia diffusione ha come conseguenza il non raggiungimento di tali standard è emblematica l’attività di pronto soccorso, nei quali non è mai raggiunta la soglia dei 20.000 accessi.
Il DM definisce anche il numero di strutture complesse che possono essere istituite ad anche in questo caso abbiamo un eccesso rispetto a quanto stabilito dal decreto.
Per quanto sopra detto è necessario chi si riprenda in considerazione la riorganizzazione di un Sistema Sanitario, che ponga attenzione alla cronicità e alla prevenzione che deve essere fatta dai Presidi territoriali e dal Distretto, che preveda lo sviluppo della rete territoriale di soccorso “che tratti i codici bianchi e verdi”, che si integri con i DEA e centralizzi velocemente verso questi le patologie più complesse. Il soccorso territoriale deve avere a supporto la Diagnostica per immagini ed i POCT per la diagnostica di laboratorio.
Sono esclusi dalle regole precedenti i Presidi Ospedalieri di Area Disagiata, per i quali occorre garantire un Pronto soccorso con servizi di supporto (radiologia, POCT) ed un reparto di medicina generale ed una chirurgia ridotta. La scelta di lasciare in area disagiata una medicina e non una chirurgia è dovuta al fatto che le principali patologie tempo dipendenti sono di carattere medico “ICTUS e Infarto” si consideri che la maggior parte degli ICTUS è di tipo ischemico e quindi non necessita di chirurgia, ma anche quello emorragico nella maggior parte dei casi richiede interventi chirurgici a distanza.
Le patologie tempo dipendenti di tipo chirurgico (trauma maggiore e Aneurismi) necessitano di una chirurgia specialistica presente solo nei DEA di II livello.
LO stesso DM prevede che, il Pronto Soccorso di area disagiata, abbia personale integrato con quello del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento e il personale
Deve essere assicurato a rotazione dall’ospedale HUB o Spoke più vicino.
Al punto 10 del DM è previsto di potenziare le strutture territoriali e lo sviluppo di strutture intermedie al fine di procedere alla deospedalizzazione di molte patologie e alla sviluppo dell’assistenza domiciliare anche per processi di telemedicina, di telediagnosi e telemonitoraggio..
Esculapio