Nel quadro delle iniziative del Palio dei Terzieri 2018, il Terziere Castello, nel giorno dedicato al suo Santo Titolare, San Rocco, ha giocato una carta pesante nella sfida della qualità, sia all’interno dei Terzieri pievesi, sia nella competizione più ampia fra le migliori rievocazioni storiche regionali.
L’asso è stato calato nella suggestiva cornice del Chiostro di Palazzo della Corgna, Palazzo sede del terziere, al cui interno si realizza il Presepe Monumentale e dove è custodito il Museo Don Oscar Carbonari, dal Presidente del Terziere Andrea Scricciolo e dalle curatrici di Epoche in Passerella, Daniela Barzanti e Nadia Manganello. Insieme a loro Alessandro Lai e Gabriele Gelsi. Presenti anche l’assessore comunale Carmine Pugliese e il professor Mario Marroni in rappresentanza dell’Ente Palio dei Terzieri.
Sono stati presentati due nuovo costumi del Terziere e la prossima edizione di “Epoche in Passerella”
Per la edizione 2018 del Palio dei Terzieri di Città della Pieve Il Corteo del Terziere Castello , già ricco di c.a. 200 figure, si arricchisce di 2 costumi particolari, disegnati dal famoso costumista Alessandro Lai e realizzati dalla sartoria Daniele Gelsi di Gualdo Tadino.
Il maestro del costume Alessandro Lai è una celebrità nel mondo del costume , avendo lavorato sia per il cinema, per l’opera e per la televisione. Nel 2010 è stato nominato per il David di Donatello con i costumi del film “Mine Vaganti” di Ferzan Özpetek e nel 2016 ha creato i costumi per la serie “I Medici” prodotta dalla Rai TV.
Daniele Gelsi è uno dei più apprezzati ricostruttori del costume storico . Lavora per il teatro e per le più famose rievocazione storiche italiane, fra le quali: La Quintana di Foligno, il Calendimaggio di Assisi, i Giochi de le Porte di Gualdo Tadino, il mercato delle Gaite di Bevagna solo per citarne alcune.
La realizzazione di questi due costumi fa parte di un progetto di qualificazione del corteo che il Terziere Castello – il primo nato tra i 3 di Città della Pieve – porta avanti da diversi anni e che consiste nel progressivo rinnovamento dei costumi dei nobili del Corteo, con particolare attenzione anche ai tessuti utilizzati, individuati in base alle notizie storiche e all’iconografia del periodo in cui visse Pietro Vannucci detto il Perugino, che a Città della Pieve ebbe i natali.
Alessandro Lai e Daniele Gelsi per la realizzazione di questi costumi si sono avvalsi di materiali particolari, non usuali nei cortei storici conosciuti, soprattutto la lana, ottenendo, con la scelta del materiale e la costruzione dell’abito, una riproposizione filologicamente corretta di abiti rinascimentali.
Alessandro Lai sarà anche l’ospite d’onore della quarta edizione dell’evento “ Epoche in passerella” che si svolgerà- sempre a cura del Terziere Castello- il 6 e 7 di ottobre e che vedrà sfilare al Teatro Comunale di Città della Pieve i costumi realizzati dalla sartoria di Daniele Gelsi per i cortei delle principali rievocazione storiche dell’Umbria.
Molto interessanti sono stati gli interventi dei due ospiti principali della conferenza stampa, che hanno portato un contributi che riprenderemo anche come giornale parlando della prossima edizione di “Epoche in Passerella”.
“Io devo tanto a queste rievocazioni – ha esordito Alessandro Lai – che ritengo essere vere e proprie forme culturali e non solo folkloristiche. Ed a supporto di questa sua tesi ha ricordato il maestro Riccardo Muti che ritiene tutte le forme di musica popolare, a cominciare dalle bande, come dei veri e propri patrimoni della straordinaria identità musicale italiana, opera lirica compresa.
Lai ha ricordato come esistano pochi documenti sul come venivano realizzati i costumi del Rinascimento e di come siano stati importanti alcuni ritrovamenti di tombe dell’epoca per scoprire anche alcune sorprese. Come l’uso della lana o la sobrietà e la leggerezza di alcuni costumi o addirittura la “zavorra” inclusa nell’abito per “costringere” le dame al massimo del portamento eretto.
Gelsi ha parlato dell’importanza professionale che rappresenta per un sarto, anche con la sua esperienza, di lavorare con un esperto come Lai. Anche lui ha sottolineato come il mondo delle rievocazioni storiche costituisca un vero e proprio bene culturale della civiltà italiana.
Una tradizione aveva detto Lai, che ha avuto un rilancio alla fine del 1800, poi durante il fascismo ed infine oggi quando alcune parti d’Italia – come l’Italia di Mezzo, aggiungiamo noi – fanno di questa loro storia rivissuta un asset identitario, culturale e sociale , ma anche economico ed imprenditoriale, nella competizione verso alcuni target turistici.
Gianni Fanfano