(Comunicato stampa). Il nuovo piano regionale del parco del Trasimeno ha messo a nudo la vera identità degli enti umbri a guida PD: Regione, Provincia e Comuni, dopo anni di attesa, partoriscono un impianto normativo superficiale, dannoso e per nulla sostenibile. Purtroppo le norme di attuazione del piano non riconoscono l’alto valore ambientale del nostro territorio e, in assoluta continuità con questa misera visione strategica che per anni ha identificato la politica umbra, anche coloro che ora si candidano a guidare la futura amministrazione comunale vedono il parco come un intralcio all’economia del territorio che va ripensato per renderlo uno strumento a “maglie più larghe”.
La verità invece è un’altra: il lago Trasimeno e la zona umida adiacente sono una realtà naturalistica di interesse nazionale, preziosa e altamente vulnerabile ma purtroppo il territorio destinato a parco è rappresentato solo dal lago e da una minuscola striscia di terreno che si estende per poche centinaia di metri dalla riva. Gli amministratori PD ignorano completamente per l’ennesima volta come un vero parco, invece, potrebbe rappresentare il volano economico di un territorio che sta urlando invano le sue vere vocazioni. La politica dei consiglieri comunali lacustri e di quelli della neonata Unione dei Comuni del Trasimeno non può essere ancora legata alla realizzazione di lottizzazioni, cemento e nuovi centri commerciali: fare questo vuol dire scavarsi la terra sotto i piedi.
E allora cosa si dovrebbe fare?
Per prima cosa si dovrebbe realizzare un vero parco, non quello che è stato pensato da questi amministratori/funzionari che serve solo a prendere i finanziamenti che gravitano intorno alle aree protette. Per fare questo occorre ingrandire l’area, valorizzarla e prendersene realmente cura, senza lasciarla all’abbandono come fatto fino ad ora. In secondo luogo si dovrebbero vietare non solo le nuove costruzioni ma anche quello che a tutt’oggi le norme tecniche di attuazione permettono e cioè la realizzazione di impianti a biomassa, impianti di compostaggio, centri di trasferenza dei rifiuti e impianti fotovoltaici. Secondo noi fotovoltaico (escludendo ovviamente i piccoli impianti residenziali sulle case esistenti) e impianti a biomassa dovrebbero essere realizzati fuori dalle vicinanze del lago e solo quando legati alla riduzione del consumo energetico delle attività produttive. Invece le norme del piano così come sono state scritte incoraggiano la “speculazione energetica” legata agli incentivi statali che distruggerà irreparabilmente la bellezza del nostro territorio.
Se i nostri governanti fossero persone serie e lungimiranti, il progetto di creare un vero parco naturalistico che preveda il ripristino degli ambienti naturali degradati come i prati umidi, una vera ricchezza di biodiversità, andrebbe di pari passo con la realizzazione di un distretto agricolo biologico che nel giro di 10 anni permetterebbe alle aziende agricole del nostro territorio di fare un salto di qualità. Così si potrebbe creare un autentico brand del Trasimeno: una vera area naturalistica protetta e un’agricoltura biologica di pregio permetterebbero di realizzare anni di sviluppo sostenibile, ricettività turistica e un’alta qualità di vita dei suo residenti.
Si dovrebbe inoltre incentivare nell’intero parco la navigazione con barche elettriche promuovendo eventi e specifici bandi a sostegno di chi usa questa tipologia di imbarcazioni.
Il M5S di Castiglione del Lago ha ritenuto doveroso presentare agli enti competenti le osservazioni riassunte nell’articolo.
Aspettiamo con ansia di conoscere le modifiche all’impianto normativo del parco.
Il Trasimeno sarà pronto a questo cambiamento?
Movimento 5 Stelle Castiglione del Lago