(Riceviamo e pubblichiamo)Nei giorni scorsi, sono usciti i dati riguardanti il reddito procapite dei cittadini dei comuni umbri, risultanti dalle dichiarazioni dei redditi del 2017, per l’anno di imposta 2016.
Dati alla mano e guardando all’area del Trasimeno troviamo una piacevole sorpresa, Città della Pieve risulta fra i primi comuni umbri e primo comune nell’area del Trasimeno, anche a confermare tra l’altro che l’amministrazione comunale guidata da Scricciolo, forse è stata liquidata dal partito democratico troppo in fretta e troppo superficialmente.
Ora se Città della Pieve risulta essere una sorpresa , ciò che non sorprende chi un po’ di attenzione e un minimo di confronto con i cittadini l’ha tenuto è la posizione del comune di Castiglione del Lago, penultimo fra otto comuni, con ultimo il comune di Tuoro sul Trasimeno. La differenza poi deve far riflettere, sono quasi 2000 euro i denari che i castiglionesi hanno di differenza e di svantaggio rispetto ai vicini pievesi e non è poco, visto che il costo della vita è uguale nello stesso territorio.
Dicevamo che per i più attenti non è stata una sorpresa, chi invece ha ritenuto questi dati sorprendenti, forse avrebbe dovuto farsi un giro nel territorio, ascoltando i cittadini, le imprese e i commercianti invece di rinchiudersi in ambienti per lo più circoscritti a coloro che magari hanno buone e remunerate occupazioni, avrebbero capito che i veri problemi, non sono le buche nelle strade, non è l’erba da tagliare, non è l’ospedale da chiudere o l’acquario da demolire, non sono i campi da calcio da ristrutturare o ricostruire nelle frazioni o altre promesse che il giorno dopo le elezioni lasceranno spazio alla realtà.
Il problema fondamentale è che i cittadini non hanno a disposizione quattrini, non solo per investire, ma nemmeno per acquistare beni che non siano quelli alimentari, che sono poco disponibili ad acquistare negli esercizi commerciali locali, perché ormai alla ricerca del miglior prezzo anche a discapito della qualità, che nelle frazioni ormai c’è il deserto commerciale, un esempio può essere Panicarola, dove ormai trovano spazio un bar, una panetteria e una cartoleria con tabacchi, mentre fino a poco tempo fa trovavano spazio diverse attività commerciali.
Questo certo è anche segno dei tempi, non è facile contrastare certi meccanismi che ormai sono entrati in azione, per esempio l’ E-COMMERCE, ma è inutile girarci intorno, negli anni poco o nulla è stato fatto per contrastarli.
La trasformazione delle frazioni in dormitori o in alcuni casi lo svuotamento delle frazioni con quello che può essere definito esodo verso verso il capoluogo o altre città dove era possibile avere servizi a disposizione, non hanno trovato per anni l’attenzione dovuta, come se non esistesse altro che il capoluogo, questo tra l’altro ha comportato anche degli effetti collaterali, uno dei quali è la totale perdita di quello che era un punto di forza delle frazioni, ovvero lo spirito di comunità.
È ovvio che una amministrazione comunale non può fare miracoli, ma qui non servivano miracoli, Città della Pieve ne è la prova inconfutabile.
In questi anni alcune scelte si sarebbero potute fare, altre scelte fatte hanno dato idea di quanto poco lungimirante sia stata l’azione sullo sviluppo economico, l’ultima in ordine di tempo è proprio una questione sulla quale abbiamo già avuto modo di discutere, ovvero l’adozione della variante al PRG comunale.
La retromarcia innescata dalla amministrazione comunale ha dello sconcertante, soprattutto alla luce delle dichiarazioni del sindaco in commissione, dove aveva egli stesso dichiarato che era stato fatto un errore e che con la variante si sarebbe rimediato, anche alla luce della clamorosa e patetica retromarcia di Confcommercio Trasimeno che prima si dichiara contraria alla variante e poi dichiarata di non essere mai stata contraria.
Ora la variante non verrà adottata, speriamo che chi era pronto ad un nuovo investimento nel nostro territorio, non decida di disinvestire del tutto, questo sarebbe un grave danno per il territorio e per chi trova occupazione presso questi investitori.
Nel caso sapremo con chi prendercela, perché qualcuno le responsabilità dovrà prendersele e i nomi e cognomi li sappiano tutti.
La nostra presa di posizione su questo tema era proprio posta in questa ottica, la difesa di un investimento certo a Castiglione del Lago, a vantaggio delle casse comunali e a vantaggio di coloro che trovano occupazione in una attività commerciale, non certo come una rappresentante del Partito Democratico ha cercato di insinuare, ovvero che chi scrive ha interessi personali in questa occasione.
Il problema è proprio questo, quali interessi hanno spinto il Sindaco a sconfessarsi e quali interessi hanno spinto i due componenti di maggioranza (PD e Progetto Democratico) della coalizione che si presenterà a sostegno del candidato Burico a bloccare la variante al piano regolatore, con il rischio di vedere il tutto portato davanti agli organi di giustizia amministrativa?
Ovvio che una risposta non l’avremo mai, speriamo solo che Castiglione del Lago e i castiglionesi, non debbano pagare il prezzo di scelte che ai più risultano incomprensibili.
Il tempo giudicherà, come sempre del resto, basta aspettare.
Cesare Scortichini