(Rassegna stampa da Il Messaggero di Giuseppe Caforio). “Ma l’Umbria s’è desta? Più che desta, infatti, sembra distratta dalle vicende di Sanitopoli. Vicende che, se impegnano i consiglieri a trovare un sistema per restare attaccati ad ogni costo alla propria poltrona nel Consiglio Regionale, dall’altro, distolgono da altre questioni preminenti da cui dipende il futuro di questa Regione.
Proprio venerdì scorso, la Camera dei Deputati, in sordina, ha fatto passare la Legge di riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari con un taglio radicale: l’Umbria passa dagli attuali 16 a solo 9 rappresentanti, di cui tré senatori e sei deputati. Seppure l’opinione pubblica è favorevole ad una riduzione del numero dei parlamentari, quello che colpisce di questa legge è che l’Umbria vede tagliata la propria partecipazione al Senato nella misura di circa il 60% e alla Camera di oltre il 33%. In valore assoluto è uno dei tagli più consistenti di tutte le Regioni d’Italia. A preoccupare è che in questa fase di riforme, per altro silenziate, il governo regionale e l’opinione pubblica siano totalmente assenti, distolti da vicende giudiziarie sì importanti, ma che avranno il loro corso lungo e complesso.
Parallelamente si sta svolgendo un’altra fondamentale partita da cui dipenderanno le sorti di questa Regione, ovvero il progetto che dovrà discutere il Consiglio dei Ministri sulle autonomie delle Regioni. Lo scenario è molto fosco perché, come è noto, le ricche Regioni del nord vorrebbero un’autonomia amplissima, connessa alla raccolta diretta del gettito erariale, facendo venir meno il principio di solidarietà oggi in vigore, e determinando, quindi, la naturale estinzione di tutte le Regioni piccole o economicamente non autosufficienti a mantenere la macchina dell’apparato pubblico. Questi sono solo due esempi di cose importanti che in queste ore si stanno determinando nell’assenza totale dell’Istituzione regionale umbra che, come è noto, vede il Presidente Marini dimissionario e la maggioranza di governo stordita e confusa, impegnata in una stucchevole, incomprensibile ed egoistica melina che ha portato alla paralisi dei lavori del Consiglio Regionale.
Tale comportamento appare politicamente irresponsabile. Se si vuole fare veramente l’interesse della collettività umbra e delle Istituzioni, occorre partire dalla consapevolezza che questa legislatura regionale è ormai conclusa e non può più dare alcun altro contributo positivo, considerata la sua totale perdita di credibilità. Allora, condividendo la tesi del consigliere Giacomo Leonelli, si accettino le dimissioni e si acceleri al massimo l’elezione regionale, se possibile alla prima decade di luglio”