” Bravi. Si lavora così” ho pensato e detto questo ieri alla conferenza stampa della stazione, dopo avere visto e sentito illustrare il progetto ” Toscana ed Umbria in treno” dai tour operator, da Lo Piano direttore delle vendite di Trenitalia e dal sindaco di Chiusi, Bettollini.
Quello del fare rete. fare sinergia, fare integrazione, fare volumi e potere contrattuale è un metodo di lavoro vincente. A questo metodo si ispirano tutti i percorso della qualità in tutte le aziende ed in tutti i sistemi industriali e territoriali più avanzati e di maggiore successo.
Bene questo progetto e questo metodo. Anche per superare i limiti che ci sono, a cominciare dagli orari. Perché al di là di un servizio importante, per il turismo, al di là di una opportunità importante per il territorio e le sue imprese, questo progetto e’ stato una occasione per sperimentare un metodo di lavoro. Nel campo politico ed economico. Sarebbe importante, guardando avanti, che si cominciasse ad estendere il metodo del lavoro a rete di un territorio vasto, interprovinciale ed interregionale ed intersettoriale e intervocazionale, come quello che si e’ messo in moto, anche ad altri campi. Penso alla viabilità, penso alla sanità ed alla scuola, penso ai servizi per il lavoro ed per le imprese.
Ora il progetto “ToscanaUmbriaintreno” va ampliato ed arricchito, sul versante dell’offerta. Ma su questo ci torneremo in altra sede.
Bettollini ieri, infatti, ha detto anche una altra cosa. Decisiva. E’ il tempo di osare. E’ tempo che Siena e Perugia facciano la loro parte e così tutti gli altri enti locali della zona e tutte le forze economiche ed imprenditoriali. E’ così. Ha perfettamente ragione. Il tempo non è infinito. Ieri c’erano i nuovi vice sindaci di Chianciano e Città della Pieve, Giulianelli e Fatichenti. E questo è già un buon segnale. Ho chiesto al direttore Lo Piano dove era stato messo il punto di pareggio, il “break even”, sul numero dei passeggeri, sull’obbiettivo da raggiungere per far diventare permanente questo servizio e magari sistemarlo meglio. E la risposta e’ stata, come prevedibile, posta al massimo dei traguardi. Ma anche se l’obbiettivo restasse fissato al massimo livello, sarebbe fuori dalla nostra portata? Se fossimo una area povera ed arretrata, priva di risorse e di storia, forse si. Ma siamo una delle terre più belle, più civili e progredite. Abbiamo delle risorse storico artistiche ed ambientali inestimabili. Cosa dovrebbe impedirci di raggiungere gli obbiettivi?
Ed allora ho detto subito che è giusto, come ha annunciato Bettollini, andare a Perugia ed a Siena a presentare il Frecciarossa. E dove sennò? A Montallese? Con tutto il rispetto per il sindaco locomotiva di questo progetto.
Perché andare a Perugia lo sappiamo noi pievesi e noi dell’ area dell’ Orvietano e del Trasimeno. Bisogna andare a Perugia perché la Perugia politica ed istituzionale è cieca e sorda su questi temi delle sinergie territoriali, in particolare su quelli dei trasporti e dei collegamenti viari e ferroviari. E’ sorda verso questo confine con la Toscana. Anche per storiche responsabilità nostre.
Scarsissima, se non nulla è stata l’attenzione dopo il fuoco di paglia della “Stazione Mediaetruria” Scarsissima dopo che Arezzo da una parte e Perugia dall’altra si sono coltivati il loro piccolo orticello. Addirittura vengono avanti scelte alternative che indeboliscono un contesto già disperso e debole demograficamente.
E allora non c’ e’ più tempo per il traccheggio. Non sono tempi ordinari nè nell’economia nè nella politica. Questa presentazione del progetto a Perugia, nella sede di un giornale come il Corriere dell’Umbria che sembra uscito dalla trasversalità dominante, come altri settori della società regionale, magistratura in testa. Questa presentazione sarà una banco di prova ed un esame per molti. Per ciò che resta dell’attuale giunta regionale. Per quanti sembrano essere candidati a sostituirla. Pe le liste di riscossa civica che sono state protagoniste nell’ Orvietano, nel Pievese, ed in tante parti dell’Umbria. Ma anche per i comuni del Trasimeno, nella prospettiva di dare un qualche spessore ad una esangue Unione dei Comuni. Per Burico, per Chiodini. per Pasquali, per Baldelli, per Ferricelli. Ho letto l’ultima nota del Pd del Trasimeno. Molto deludente a riguardo.
Un banco di prova per la Lega che ha dedicato molta attenzione di recente a questa zona. Il senatore Briziarelli era in prima fila ad attendere insieme ai sindaci di Chiusi e Città della Pieve il primo Frecciarossa. Così come è stato in prima fila sull’ospedale ed il pronto soccorso in aree disagiata di Città della Pieve. Bettollini ha detto giustamente che questo progetto non è né di destra , né di sinistra.
Un banco di prova infine ma non per importanza, anzi, per l’imprenditoria ricettiva perugina ed umbra. Già oggi il ruolo della stazione di Chiusi per il turismo è rilevante. Il Frecciarossa potrebbe avere lo stesso valore di un volo per questa area. Dopo i non eclatanti, successi dell’aeroporto, e ci fermiamo qui, per non infierire, dare un minimo di attenzione e di opportunità a qualcos’altro sarebbe doveroso.
La comunicazione veloce per il nord e per il sud passa a pochi chilometri in linea d’aria ad ovest di Perugia. Solo un provincialismo duro a morire la fa essere più lontana sulle strade. Il Frecciarossa di Chiusi sarà quindi a Perugia per mettersi anche al suo servizio.
Ho l’impressione che sia una delle ultime opportunità, per capirlo.
Gianni Fanfano