Ho conosciuto Filippo Santiccioli, presentatomi come “un giovane nuovo alla politica” insieme ad altri due esponenti di una lista che ha appoggiato Matteo Burico nelle ultime elezioni comunali a Castiglione del Lago, alcuni giorni fa, in un incontro che mi era stato richiesto, insieme ai dirigenti di Progetto Democratico, Nuccioni e Duca. L’incontro era finalizzato, per quanto mi è stato detto, a conoscere le posizioni, i programmi e gli obbiettivi appunto di “Umbria dei Territori”. Umbria dei Territori che seguo da qualche tempo e che rappresenta una larga fetta delle liste civiche umbre allargata ad associazioni, comitati e singoli cittadini.
Nel corso dell’incontro ho esposto l’obbiettivo fondamentale di “Umbria dei Territori”, cioè cambiare radicalmente la Regione, in occasione delle prossime elezioni di fine ottobre, rovesciando la piramide che vede oggi i territori umbri pagare le conseguenze di un potere trasversale e poco trasparente che governa da anni a Perugia. Andiamo infatti alle elezioni regionali anticipatamente, perché i vertici regionali del Pd e delle istituzioni sono stati decapitati dalla magistratura inquirente.
Per raggiungere questo obbiettivo “rovesciare la piramide e rimettere la politica con i piedi per terra” e affidarla a persone per bene che sappiano fare quello che serve, la federazione civica “Umbria dei Territori” ha avviato un confronto con tutti coloro che intendono raggiungere questo obbiettivo. Per fare i programmi e scegliere, sempre insieme, gli uomini e le donne idonei a realizzarli. Logico che chi si è candidato o fatto candidare far fatti propri, per furbizia e fuori da qualsiasi confronto preventivo con altri, avrebbe dovuto fare un passo indietro. Mi sembravano e mi sembrano soltanto ragionamenti di buon senso, solo il segno di un minimo di dignità politica, lungi dalla bellicosità che ha dato fastidio ai nostri giovani interlocutori. Infatti il nostro Santiccioli dice “…Cosa non ci piace: dichiarazioni bellicose come quelle lette sul comunicato in vista dell’appuntamento di sabato scorso di Umbria dei territori. Per due motivi: perché in prima linea non devono esserci amministratori locali dato che abbiamo bisogno di loro nei territori… Ci auguriamo che Umbria dei Territori abbandoni i toni perentori e ragioni sui contenuti dando da subito il suo apporto senza proclami di posizione e ragionando su contenuti di coalizione, come per altro ben dichiara il professor Luca Ferrucci”.
Allora se invece di sentire solo Fora, fosse venuto a Todi avrebbe sentito una valanga di contenuti e di proposte che lo avrebbero costretto ad una digestione alquanto lunga, anche perchè l’Umbria governata dal Pd è messa proprio male. Avrebbe sentito quanta altra gente, partiti, associazioni, liste civiche, sono sulla stessa lunghezza d’onda di “Umbria dei Territori”. Avrebbe sentito lo stesso commissario del Pd Verini che, consapevole dell’isolamento che sta rischiando, ha inviato un messaggio di disponibilità al confronto “senza pregiudiziali” e lo stesso professor Luca Ferrucci, citato dal nostro, che in una intervista, a latere della riunione, a proposito delle candidature che circolano da tempo , ha parlato di “fughe in avanti”
Per concludere questo primo scambio di idee, cui immagino seguiranno altri prima di ottobre. Via paraocchi e pregiudizi. Sono sempre stato dell’idea che le nostre generazioni debbano lasciare il campo, ovunque, a nuovi protagonisti. L’importante è che questi nuovi protagonisti siano nuovi davvero e non rimastichino il vecchiume della politica che ha fallito e che ci ha portato ad essere una delle prime regioni del Mezzogiorno. E che in questa zona non ripercorrano “le pedette” di chi li ha preceduti. Grandi esperti di subalternità a Perugia. Anzi ricordiamoci sempre che, per crescere, bisogna mangiare, almeno ogni tanto, qualche “pagnottina” di buona politica. Vecchia o nuova che sia.
Gianni Fanfano