Dico vorremmo, ma così non è o almeno non sempre lo è. Prendete l’Umbria, per esempio.
Da noi quando serve la sanità pubblica ti salva la vita. Ma ci sono circostanze, spesso quelle più banali, in cui la disorganizzazione ha raggiunto livelli preoccupanti. Non è una questione di opinioni perché sono i numeri a parlare.
Nel Trasimeno Pievese, ad esempio, secondo le attuali norme nazionali in materia di posti letto, mancano all’appello 120 posti letto.
Che fine hanno fatto? Semplice: non è stato realizzato il previsto (e tanto sbandierato sin dal 2005) nuovo ospedale unico del Trasimeno Pievese.
Dopo aver speso 1 milione e 200 mila euro di progettazione, dopo aver fatto il gioco delle tre carte con le varie possibili modalità di finanziamento per realizzarlo, la Regione Umbria di punto in bianco, una nella calda estate del 2013 decise di depennarlo dall’agenda delle cose da fare.
Ma noi non ci stiamo, non ci possiamo stare. Si deve infatti prendere definitivamente atto che nel territorio compreso nel triangolo Arezzo, Perugia, Orvieto c’è un vuoto di sanità pubblica clamoroso che deve essere quanto prima colmato.
Richiediamo a gran voce, quindi, l’ospedale unico del Trasimeno Pievese o forse meglio sarebbe a questo punto dire, della Val di Chiana.