Riceviamo e pubblichiamo. La sorte dell’ospedale di Città della Pieve è stata in ballo per quarant’anni, durante i quali le ragioni della politica e del progresso medico scientifico si sono incrociate, sovrapposte ed a volte mistificate in un costante e progressivo gioco delle tre carte architettato dai governanti locali e regionali.
Il problema che sembra doversi risolvere in sede tutta pievese, però, non è che il riflesso di una politica sanitaria regionale miope che, presto o tardi, produrrà ulteriori, gravi quanto inattese necessità di riorganizzazione ad ampio spettro.
Non ci vuole molto a predire tale scenario visto che la spesa sanitaria impegna oltre l’ottanta per cento del bilancio regionale, ragione per la quale è quello il settore in cui le razionalizzazioni di spesa sono in costante esecuzione.
Prova ne è il fatto che il nuovo ospedale unico del Trasimeno Pievese, quello che avrebbe dovuto essere la soluzione stabile ai bisogni del nostro territorio e che si sarebbe dovuto inaugurare nel 2016 non si è più realizzato e del suo progetto sembra che si siano bruciate le carte e sparse al vento le ceneri.
Per il momento è certo, dunque, che questa insana gestione ha messo a rischio il diritto alla salute di un vasto territorio, che dapprima ha subito il depotenziamento ed adesso la definitiva chiusura dell’ospedale di Città della Pieve ma che, presto o tardi, patirà ancora perchè, come è facile prevedere, anche l’ospedale di Castiglione del Lago ha gli anni contati.
In altri termini, tra non molto, un territorio molto esteso, troppo esteso, sarà scoperto da idonei servizi sanitari.
Le colpe sappiamo bene in capo a chi stanno e nessuno dei responsabili merita sconti.
A mio modesto avviso, però, l’attenzione deve essere adesso rivolta alla ricerca delle soluzioni perchè è chiaro che quelle adottate non vanno bene, anzi vanno malissimo.
Partendo dal presupposto che esiste una grande area che abbraccia due regioni e tre province che avrebbe tutto l’interesse a che si costruisse un ospedale unico a metà strada tra Chiusi e Castiglione del Lago, la direzione da doversi prendere è chiarissima.
La domanda è se ne saranno capaci i nostri eroi.
Lorenzo Berna