In molte parti dell’Umbria Amministrazioni locali, forze politiche, associazioni e cittadini si stanno mobilitando per rilanciare nel proprio territorio il ruolo e la presenza di servizi sanitari, a partire da quelli ospedalieri, nella diffusa consapevolezza della indispensabilità e della esigenza di vicinanza di tali strutture sopratutto dopo la pandemia, da noi tutto tace come se la situazione sanitaria fosse al massimo dell’efficienza.
Tutti sanno che non è così: ritardi inspiegabili nella realizzazione di lavori che procedono stancamente e che dovevano essere già terminati, mancanza di personale medico e infermieristico sia nei distretti di base che nelle strutture di degenza con la sostanziale chiusura dei servizi ospedalieri di Castiglione del Lago a partire dalla chirurgia che ha rappresentato per anni il reparto trainante.
La Regione Umbria e l’USL n.1 hanno assunto, a suo tempo, formali impegni , con gli otto comuni del Trasimeno con l’adozione di opportune delibere e sottoscritto con i singoli comuni protocolli specifici per l’adeguamento delle strutture e la realizzazione di specifici servizi che ad oggi non risultano rispettati né, per quanto a conoscenza pubblica, in via di approntamento.
Certo il covid ha reso la situazione difficoltosa ma nell’attesa che si abbiano elementi più chiari e certi sulla rilanciata possibilità del futuro ospedale unico del Trasimeno, sarebbe opportuno che quegli impegni assunti dalla Regione si concretizzassero e a differenza del passato e si completassero i lavori e si assumesse il personale mancante rendendo pìù funzionali i servizi per consentire liste meno lunghe e prestazioni più vicine.
Compatibilmente con i limiti strutturali facciamo funzionare l’ospedale di Castiglione del Lago adeguando il personale mancante e completiamo le procedure per la realizzazione del distretto sanitario a suo tempo progettato e opportunamente validato dalla USL.
La qualificazione di tutti i distretti sanitari sia strutturalmente che con l’implementazione di personale, attrezzature e servizi non può che essere l’obbiettivo principale sul quale tutte le forze politiche e sociali, senza nessuna distinzione, dovrebbero lavorare.
Ma dovrebbero anche vigilare perché nella annunciata riforma della organizzazione dei distretti il territorio del Trasimeno anziché rafforzarsi e diventare un polo di aggregazione per aree che da anni gravitano sui propri servizi non venga frazionato e portato a supporto di altri con un ulteriore penalizzazione di cittadini che gìà oggi sono i peggio trattati di questa Regione.
Sergio Batino