Home teatro Castiglione. Monica Palma in “Uma Kleine Operette”

Castiglione. Monica Palma in “Uma Kleine Operette”

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(AKR)  «Una bettola che si apparecchia dove trova un tavolo, magari anche in un prestigioso palazzo lacustre. Marseille sta al tavolo come alla superficie di un verso continuo, da spartire con chi non si lascia sorprendere perché tutti abbiamo già sentito i canti aggirarsi nel mondo come se fossero sotterranei del ricordo».

Venerdì 8 aprile nella Sala di Ascanio di Palazzo della Corgna una interessante proposta di Lagodarte Impresa Sociale. Va in scena “Uma Kleine Operette”, una performance teatrale scritta e interpretata da Monica Palma frutto anche delle sue esperienze internazionali di teatro di ricerca e adattata da “E pioggia su Clarice” della stessa autrice. Inizio alle ore 19 (durata 45 minuti) con ingresso a offerta libera e prenotazione obbligatoria.

«Madame Bistrowsky, impermanente a Marseille e con la bettola in corpo, approda al vostro tavolo. Il tavolo risponde, non stende dispositivi di destino individuale, valorizza invece una temperatura morbida alla clandestinità. Una sorte di azzardo. Ma il gioco d’azzardo non riguarda la merce, l’azzardo del soldo. Riguarda piuttosto la sacralità pagana della ripetizione, del tracollo di ritmo della geografia del già stato. O un tracollo di una forma sputata nello spazio da una voce. Forse un soffio a Clarice Lispector e un altro alla signora dei cuori serratamente adulti: la Favola. Si apre uno scrigno al racconto degli Amanti Irreversibili, dentro un’Europa della Geografia. Vieni. Vieni come se fossi parte della corte dei clienti abituali al bistrot a Marseille. A volte ci sono les messieurs La Sorte, Le Chapeau, L’imperatore e Nouveau con le loro chitarre percussioni e contrabbasso. A volte la gitana è sola. Madame Bistrowsky vi aspetta alla Bettola Impermanente del Palazzo della Corgna».

Monica Palma è nata nel 1963 a Lonigo in provincia di Vicenza. Durante gli anni ’80 e inizio ’90, si muove fra Italia, Francia, Germania e West Africa, nel teatro di ricerca. Dal 1994, interrotto il “nomadismo”, agisce la sua scrittura, intrecciandola a quella di donne visionarie, in linee di azione performativa.