Rassegna stampa. Città della Pieve, dal Giornale on line del Comune.
L’ormai tradizionale intervista “a tre” che realizziamo in prossimità del Palio quest’anno torna ad interrogare i presidenti dei Terzieri. L’ordine delle risposte è rigorosamente invertito rispetto alla classifica nella scorsa edizione della Caccia del Toro…
Grazie Presidenti:
Gabriele Bordi (Borgo Dentro), Roberto Chionne (Casalino ) e Michele Gorello (Castello )
per aver partecipato a questo “confronto” alla vigilia della sfida.
Rappresentate la generazione di pievesi “nata” con il Palio, quanto e come la vostra vita è legata a quella del Terziere?
Bordi. Il nostro è un terziere giovane, non perché si è costituito qualche anno dopo gli altri, ma perché la maggior parte dei giovani pievesi sono del Borgo Dentro, ricoprendo ruoli di responsabilità anche all interno del consiglio direttivo. La mia vita è strettamente legata al Terziere. Sono cresciuto al suo interno, iniziando fin da piccolissimo aiutando a servire i tavoli in Taverna. Sono nato nel 1977, anno della prima apparizione al palio del Borgo Dentro. L’anno scorso sono diventato padre e ho battezzato mio figlio nella nostra chiesa e festeggiato con amici e parenti nella nostra taverna. Come vedete il Terziere Borgo Dentro rappresenta un pezzo importante della mia vita e della vita di tantissimi altri pievesi.
Chionne. Io non ricordo una data di inizio collaborazione all interno del Terziere Casalino direi da sempre, da bambino come cameriere poi tamburino, arciere e adesso presidente. I ricordi più belli sono legati all’ infanzia in particolare quando con mastro Cecabille partecipai alla verniciatura della catapulta, era bellissimo vedere più generazioni lavorare tutti insieme per un obbiettivo comune.
Gorello. Io sono nato proprio con il Palio, credo qualche giorno dopo la prima edizione. La prima tappa è il ricordo di mia mamma, che mi diceva che prima di pretendere un vestito bisognava servire in taverna. Penso che potrei fermarmi qui. Le tappe successive sono gli scherzi, le nottate, gli amici, le cose inenarrabili di vario genere, quel respiro unico che 5/6 generazioni fanno tutti insieme, nell’aspettativa del giorno della gara. Amo questi aspetti del Palio, che mi impediscono di isolare singoli momenti. Anche perché di singoli momenti in quarant’anni ce ne sarebbero troppi veramente.
Per te quale è stata fino ad oggi l’edizione più bella e perché
Bordi. La più bella edizione per me è sempre quella che stiamo vivendo. Ogni anno si riparte, si vivono nuove emozioni, le sconfitte e le vittorie si cancellano e ci si prepara al meglio a vivere un grande palio.
Chionne. Non esiste un’edizione più bella! Forse ragionando ancora solo da arciere direi che sono state più belle quelle in cui siamo riusciti a riportare il Palio fra le nostre mura.
Gorello. L’ultima perché abbiamo vinto, questa perché la stiamo vivendo, la prossima perché non sappiamo che succederà.
Edizione 2017, dove gli sforzi maggiori quest’anno e quali novità proposte dal tuo Terziere?
Bordi. Preparare il Palio è frutto di un lavoro che dura mesi e in cui sono coinvolte tantissime persone. In quei 12 giorni si torna indietro nel tempo, si vive disconnessi dalla realtà. Si pranza e si cena tutti i giorni dentro la taverna, non esistono amici e parenti perché le uniche persone che vedi e a cui puoi chiedere aiuto sono quelle del tuo Terziere. Si parte la mattina presto e si va a casa la notte tardi, a volte talmente stanchi che si ha la voglia di abbandonare. Poi si ritrovano sempre le forze e si arriva fino in fondo, aspettando la gara al campo per poter gioire oppure piangere. Questa è la cosa più bella che accade ogni anno e la novità che aspetti con ansia, vivere 12 giorni in modo totalmente diverso dal resto dell’anno.
Chionne. Le novità non vanno anticipate altrimenti perdono il loro valore. Posso solo dire che il nostro impegno maggiore è stato rivolto al corteo.
Gorello. Le novità si vedono una volta messe in scena. Puntiamo come sempre molto sulla qualità. Noi abbiamo uno schema delle manifestazioni ben preciso e storicizzato, dovuto alla concomitanza con i festeggiamenti patronali di San Rocco. Ma soprattutto vogliamo che l’associazione sia vissuta con serenità e allegria, in modo che sia festa per chi assiste e festa anche per noi contradaioli.
Come vedi il futuro del Palio, tra norme di sicurezza e crescita della manifestazione
Bordi. Io credo che ognuno di noi viva il Palio in maniera diversa, anche a seconda dell’età. Io a 20 anni avevo sicuramente una visione e responsabilità diversa rispetto ad ora che ne ho 40. La cosa che però accomuna tutte le generazioni è la passione e l’amore verso il proprio Terziere e di conseguenza la volontà di fare una grande cosa per città della Pieve…il Palio dei Terzieri. Negli anni sono cambiate alcune cose, è fisiologico e non sempre ciò che viene è peggiore di ciò che è stato. Quest’anno ci siamo trovati a gestire all’ultimo momento delle novità in materia sicurezza e ci siamo dovuti adeguare. Qualcosa sicuramente cambierà, ma per far sì che questo splendido gioco continui c’è bisogno dell’aiuto di tutti, perché spesso è nei momenti più difficili che si trova la forza di migliorare e trovare nuove idee che fanno fare un salto di qualità.
Chionne. In merito alle nuove norme di sicurezza c’è poco da eccepire possiamo solo accettarle e fare il possibile perché vengano rispettate. La crescita della manifestazione non dipende solo da noi associazioni di volontariato ma anche dalle istituzioni e soprattutto dalle attività produttive. Il volontariato che ruota attorno al Palio fa già molto, non credo si possa chiedere di più!
Gorello. Non sono troppo ottimista. Le norme di sicurezza sono forse doverose e ci si adeguerà. Mi sembra in fondo che la “movida” non ne soffra troppo, c’è un po’ più di controllo della situazione delle vie durante la notte, e questo va bene, anche per rispetto degli abitanti. Gli spettacoli vanno avanti senza troppi scossoni. La crescita della manifestazione, intesa come qualità, ha bisogno di una regia unica e di regole ferree, che al momento credo nessun Terziere -a partire dal mio- ha la forza di accettare, senza rompere gli equilibri interni, che consentono la partecipazione dei contradaioli.
I lavori al campo…come spiegheresti quello che si sta facendo a chi non è pievese?
Bordi. Per quanto riguarda i lavori al campo sono stati fatti per adempiere alle nuove regole in tema di sicurezza. In poco tempo è stato fatto il massimo grazie a tutte le ditte che hanno prestato il loro lavoro gratuitamente. Questo è un altro segnale che alla Pieve quando c’è da fare e aiutare siamo sempre molto partecipi e quelli che criticano tanto per fare sono veramente una piccola parte… Per fortuna!
Chionne. I lavori al campo sportivo sono la dimostrazione che il volontariato a Città della Pieve è determinante e che la manifestazione del Palio è un aggregante così forte che riesce ad unire anche più ditte che collaborano e mettono a disposizione gratuitamente persone e mezzi. Un complimento va a Fausto Scricciolo per essere riuscito a fare ciò anche in così poco tempo.
Gorello. Che siamo matti! E che le imprese, l’amministrazione e i professionisti che si sono impegnati, hanno ragionato e agito esattamente come fanno i Terzieri. Cuore oltre l’ostacolo, convinti che l’acqua può andare anche in salita. Basta volerlo. Un’impresa fantastica. I pievesi devono essere grati a tutti gli attori protagonisti.
Tanto parlare sulla scelta della Monna col selfie…ma a te piace o no? E perché?
Bordi. Nel momento in cui abbiamo scelto la “Monna con il selfie” sapevamo che saremo andati incontro a delle critiche. Ha fatto discutere e ciò ha creato curiosità, quella curiosità che ci auguriamo possa spingere persone che non sono mai venute a Città della Pieve a visitare la nostra manifestazione. Qualcuno ha visto in questo messaggio promozionale una sorta di offesa alla nostra manifestazione. Io credo che quella pubblicità non sia fatta per i pievesi ai quali non si può insegnare cosa è il Palio (perché è dentro di loro fin da piccoli e viene vissuto da ognuno con il proprio spirito e senso di appartenenza), ma per i turisti e indipendentemente dal fatto che possa piacere oppure no, che comunque è sempre soggettivo, deve saper vendere e nel nostro caso attirare nuove persone. Non so se riusciremo nell’intento, vedremo, aspettiamo la fine della manifestazione per vedere se sarà stata una scelta giusta oppure no. Se devo essere sincero, nonostante sia uno di quelli che ha avallato la scelta in senso assoluto, anche a me da un punto di vista estetico non fa impazzire la locandina di quest’anno, ma da un punto di vista comunicativo credo sia una scelta giusta e vincente.
Chionne. La proposta pubblicitaria della “Monna con il selfie” è un idea che ho accettato e condiviso, perché sono convinto che alla nostra manifestazione non serviva un semplice annuncio con la data della “tenzone” ma un vero shock pubblicitario che ne facesse parlare incuriosendo così nuovi possibili avventori. Il rigore storico è importante che venga mantenuto all interno dell’intera manifestazione del Palio, del corteo e feste collaterali. Per quello che mi riguarda ancora il nostro Palio è fatto per il paese, per i pievesi invece abbiamo la necessità di far arrivare turisti per mantenere e sviluppare la manifestazione stessa e così il paese.
Gorello. Assolutamente si! Sono uno dei consiglieri dell’Ente Palio, ho partecipato alla scelta, ci mancherebbe non mi piacesse. Mi piace perché ho condiviso le ragioni che hanno portato alla scelta stessa. Non c’è niente di provocatorio. Volevamo dare un messaggio che uscisse fuori dal cliché tipico, stereotipato e un po’ sclerotizzato, legato alla comunicazione nel campo delle manifestazioni storiche. Mi è piaciuta l’idea di comunicare l’attualità di un evento che fa rivivere il passato e poi dobbiamo colpire l’attenzione di chi non ci conosce, che sono la stragrande maggioranza, anche vicino a noi, e non quella di chi ci conosce già.