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Città della Pieve. Il Comitato Art32 chiede chiarimenti su TAC e fermo dei lavori della Casa della Salute

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Presidente pro tempore e assessore regionale sono impegnati in questi giorni a chiedere al Ministero la riapertura del punto nascita di Pantalla. Sarebbe il caso di chiedergli se lo faranno anche per quello di Castiglione del Lago, e se non lo faranno perchè. Oltre naturalmente alle questioni pievesi e dell’Alto Orvietano. (ndr) 

A maggio di quest’anno è stata attivata la “nuova” TAC alla Casa della Salute di Città della Pieve. Il virgolettato non è casuale. Ci risulta infatti che la TAC di nuovo abbia poco e niente in quanto risale ad una quindicina di anni fa e proviene da un altro ospedale. Una TAC, diciamo, di seconda mano.

È noto che le TAC di ultima generazione, oltre ad avere un elevato grado di precisione, abbiano anche una capacità di riduzione dell’erogazione di radiazioni pari al 70,80 per cento. Ci chiediamo quindi quale sia il grado di precisione e prestazione e, soprattutto, il dosaggio di irradiazione della “nuova”, vecchia TAC della Casa della Salute di Città della Pieve, che, per inciso, è stata a suo tempo prospettata come centro diagnostico di futuristiche aspettative. A noi sembra invece che oltre all’improbabile Pronto Soccorso Avanzato, ad oggi ancora privo di forma e contenuto nonostante la delibera del 4/12/2018 n. 1416 con cui la Giunta Regionale dà mandato di istituzione alla Asl, ci stiano rifilando anche una Casa della Salute alquanto avanzata.

Se mai, s’intende, termineranno i lavori. Al momento sono fermi da due mesi. Sarà per un’allegra, meritata pausa estiva? Un intermezzo meditativo? Una sospensione causa verifiche e perizie magari dovute a nuove, insospettate vulnerabilità sismiche, come già accaduto nell’ottobre del 2018 (delibera n. 1276 del 03/10/2018)? Oppure un ameno intervallo in vista delle elezioni regionali? Ipotesi, certo, che gradiremmo fossero smentite da chi di dovere con motivazioni valide, giustificabili e documentate.

Ma tant’è, difficile aggiornarsi sui tempi dei lavori. Sul cartellone affisso in bella posta all’esterno della struttura la data di inizio e fine lavori non sono riportate. Men che meno notifiche o riferimenti ai tempi stimati per il completamento. Non parliamo poi delle varie sospensioni verificatesi in questi due anni di “riqualificazione”. Nel l rispetto di una corretta informazione ai cittadini, sarebbe opportuno che le istituzioni di competenza verificassero se il cartellone contiene tutti i dati previsti dalla legge, o quantomeno da una buona pratica di chiarezza e trasparenza.

Nel frattempo, durante un recente sopralluogo ripreso in video abbiamo constatato lo stato di abbandono del cantiere, un tetto malmesso e fatiscente, il disagio nel fare il giro dell’oca per recarsi da una parte all’altra della struttura a causa della chiusura dell’unico passaggio comunicante, percorso particolarmente disagevole per chi ha difficoltà motorie. Situazione al limite della tolleranza con i lavori in corso ma inaccettabile allo stato attuale delle cose.

In questo desolante quadro di promesse non mantenute, chiacchiere propagandistiche, indagini, indagati e altre amenità, un’ulteriore domanda sorge spontanea: che fine ha fatto

la risonanza magnetica? Nel centro diagnostico di un futuro che non diventa mai presente era previsto anche un gioiello di alta tecnologia come la risonanza magnetica. Al momento tutto tace e ci risulta che due anni dopo l’annunciazione non sia neanche pronto l’ambiente che dovrebbe ospitare il gioiellino. Sarebbe cosa buona e giusta avere aggiornamenti in merito.

Parafrasando un compianto cantautore: un altro anno è passato ormai, ma qualcosa ancora qui non va

Elda Cannarsa

Comitato per il Diritto alla Salute Art32, Città della Pieve