Forse non tutti, soprattutto se non sportivi, e non amanti del ciclismo sanno cosa sia il “surplace”. E’ la tattica e la tecnica che si usa nelle gare di velocità in pista, per far passare avanti l’avversario. Abbiamo avuto anche dei grandi maestri come Antonio Maspes, Sante Gaiardoni e la coppia, Beghetto – Bianchetto. Ho pensato al surplace, vedendo quello che sta succedendo in casa Pd qui a Città della Pieve.
Il prossimo maggio si voterà in una sessantina di comuni dell’Umbria. Si voterà in sette degli otto comuni del Trasimeno. Nelle ultime elezioni politiche dello scorso 4 marzo l’area del Trasimeno ha visto ancora il PD come partito di maggioranza relativa rivelandosi in Umbria come l’ultima linea del Piave nella regione. Sarà forse per questo compito e questa responsabilità storica, sarà per le non eccelse capacita di direzione che si sono manifestate negli ultimi decenni, ma pare che all’approssimarsi delle prossime scadenze elettorali e dei naturali passaggi previsti nella preparazione, a farla da padrone dentro questo partito siano confusione, divisione e quindi immobilismo.
A Città della Pieve sta per concludersi il primo mandato del sindaco Fausto Scricciolo e della sua giunta. In una politica e in una democrazia normali , sarebbe stata data una valutazione del lavoro svolto, sarebbe stato espresso un giudizio sulla opportunità delle riconferme o meno, una indicazione dei pregi e dei difetti, una indicazione delle azioni di miglioramento necessarie ed insieme una ricerca di tutte le possibili nuove alleanze in termini politici e sociali con cui dare vita ad una nuova lista. Insieme ad una contemporanea verifica ovviamente sulla disponibilità o meno della giunta e del sindaco uscente ad una eventuale ricandidatura. Il tutto con una forte radicalità, apertura e trasparenza, di comportamenti ed obbiettivi, data la crisi di credibilità che pervade tutta la politica. E, data la storica, per Città della Pieve, esperienza delle primarie fatte nel 2014, in questo partito e nel centro sinistra, una chiara indicazione da parte della direzione politica ma anche del sindaco uscente a farle anche in questo caso. Per prepararsi poi ad un confronto elettorale molto incerto con degli gli avversari che al momento sembrano divisi ( destra, 5Stelle, Pieve di Tutti) ma che non è scontato che non trovino, almeno una parte di loro, alla fine un punto di incontro, magari su una forte candidatura civica.
Ma così, mi riferisco al PD, pare che non sia. Siamo in sostanza ancora ad un tira e molla. Primarie si, primarie no. Scricciolo disponibile si ma. Scricciolo disponibile no se. Alleanze si, alleanze no. Voci di lettere, articoli e uscite pubbliche. Ieri, infine, una lettera, via facebook del sindaco ai pievesi. Nella lettera, molto sentita e appassionata, , si dice, con orgoglio, abbiamo fatto, in questi cinque anni un grande lavoro. Poi si dice a Città della Pieve c’è bisogno in futuro di un grande lavoro. Per permettere questo grande lavoro io mi tiro da parte. Manca qualcosa a questo ragionamento, per andare d’accordo con la logica. Dopo avere detto, abbiamo fatto un grande lavoro, c’è bisogno di un grande lavoro, era logico leggere la disponibilità a dare un contributo nei modi, nei ruoli, con i programmi , le forze, gli uomini e le donne, decisi insieme. Ma forse c’è qualcosa, di personale o di politico, tra i protagonisti, del tutto legittimo, ma ancora non detto. E il surplace continua.
Gianni Fanfano