Siamo certi che ASL e Regione Umbria, e l’Assessore alla Sanità Luca Barberini in particolare, abbiano sempre operato per il bene dei cittadini, e in tal senso abbiano cercato la quadra di una difficile e necessaria riorganizzazione della sanità regionale.
Coerentemente, nel momento in cui una sentenza evidenzia indiscutibilmente una carenza di copertura di servizi essenziali in una porzione di territorio regionale, siamo altrettanto certi che gli stessi soggetti procederanno alla conseguente adozione dei correttivi necessari, sempre per il bene dei cittadini.
Incomprensibile sarebbe invece un intestardimento, peraltro forse scongiurato da una presa di posizione comune di tutte le forze politiche regionali a favore della immediata applicazione della sentenza, teso invece a continuare a negare ai cittadini la riapertura del Pronto Soccorso di Città della Pieve.
Il tempo però scorre veloce, e la salute di alcune decine di migliaia di cittadini umbri, se non la stessa loro sopravvivenza in caso di emergenze, è messa a repentaglio da una inerzia della quale qualcuno deve pur assumersi la responsabilità.
Alla luce di questa preoccupazione, pertanto, l’Avvocato Stefano Mingarelli, su mandato del Comune di Montegabbione, ha notificato ad ASL e Regione, trascorsi 10 giorni dall’emissione della sentenza, una diffida ad adempiere senza ulteriore indugio a quanto disposto dalla stessa, in particolare con la nomina di un Commissario Ad Acta che organizzi in concreto il ripristino del Pronto Soccorso di Città della Pieve.
Contiamo in una azione fattiva dei soggetti responsabili, che possa così tra l’altro smentire le più o meno ironiche insinuazioni che in questi giorni serpeggiano, soprattutto sulla stampa online e sui social network, riguardo la presunta e poco onorevole volontà di differire qualsiasi iniziativa a dopo il 4 marzo, per evitare contraccolpi sui consensi.
Comunicato stampa
Comune di Montegabbione