Abbiamo deciso, come giornale, di partecipare e di dare un nostro contributo all'”Inchiesta pubblica” promossa dalla Regione Toscana sul progetto del “carbonizzatore” presentato da Acea Ambiente srl a Chiusi, presso l’area dell’ex Centro carni di Chiusi. Lo faremo a modo nostro, cioè esprimendo un nostro punto di vista soltanto alla fine, dopo avere dato il massimo delle informazioni possibile, in modo che i cittadini interessati, quelli di Chiusi jn primis, ma anche quelli di Città della Pieve, abbiano la possibilità di farsi un’idea compiuta ed in piena autonomia. Siamo soltanto all’inizio. Abbiamo pubblicato diciamo i “preliminari”della documentazione esistente e delle valutazioni che al momento sono state fatte e pubblicate. E di quelle che con ogni probabilità si aggiungeranno. A partire dall’ufficio stampa della Regione Toscana da cui abbiamo ripreso la notizia iniziale, anche se altre agenzie ci avevano fornito elementi a riguardo. Così come continueremo ad attingere al sito ufficiale della Regione Toscana per tutte le altre informazioni che pubblicheremo. Dando spazio naturalmente anche alle notizie, informazioni, comunicati, lettere, che riceveremo da soggetti a vario titolo interessati alla vicenda.
In questo quadro ci è prevenuta una “rettifica” da parte del M5stelle di Chiusi che riportiamo integralmente in seguito e che ci dice che il proponente del progetto non è Acea spa ma Acea Ambiente srl. Ringraziamo quindi il M5stelle di Chiusi per l’attenzione dedicataci e per la precisazione che fornisce anche ulteriori informazioni sui soggetti imprenditoriali interessati. E’ vero che formalmente il soggetto proponente è Acea Ambiente srl ed il progettista è Ingelia spa. Ma in qualunque analisi economica e contrattuale ed in qualunque azione di informazione si parte dalla proprietà di un gruppo o di una holding. Per diversi e facilmente immaginabili motivi. E la proprietà di Acea Ambiente srl è Acea spa, società quotata in borsa. Anche perchè a noi interessa stimolare un confronto, soprattutto a livello politico ed imprenditoriale , sul ruolo di alcune imprese romane all’interno del sistema dei servizi pubblici, dell’Umbria. Una scelta sulla gestione dei rifiuti e delle acque, fatta dall’Umbria a suo tempo. Che ha guardato a Roma e non per esempio al Nord. Scelta che in Umbria non ha dato risultati eccezionali. A noi interessa guardare il caso specifico, contingente, ma anche il disegno strategico, pubblico e privato. Se c’è. (Gianni Fanfano)
home, La nota del M5stelle di Chiusi
A rettifica di quanto indicato nell’articolo informativo dal titolo “ Chi è Acea? “http://www.corrierepievese.it/carbonizzatore-centro-carni-di-chiusi-inchiesta-pubblica-chi-e-acea/
pubblicato dal Corriere Pievese e ripreso da Geos News precisiamo che partecipante al bando e firmataria dell’acquisto dell’ “Area Centro Carni “ non è Acea s.p.a bensì Acea Ambiente s.r.l., soggetto giuridico distinto ed a cui sono riferibili dati diversi rispetto a quanto esposto nell’articolo stesso , seppur per il triennio 2016/2018 abbia rinnovato l’opzione per il consolidato fiscale con la capogruppo.
Acea ambiente s.r.l. fa parte dell’Area Industriale Ambiente ed opera nel settore ambientale ed, in particolare , in quello della gestione dei rifiuti mediante impianti di trattamento finalizzati alle operazioni di smaltimento e recupero , con produzione di energia da fonti rinnovabili ( biogas), costituendo operatore di riferimento in tale settore nelle Regioni Lazio, Umbria e Toscana.
In Umbria gestisce il Termovalorizzatore di Terni e la discarica di Orvieto per esempio.
Per l’impianto di Chiusi Acea Ambiente fa riferimento “ all’implementazione di una tecnologia innovativa , sviluppata in ambito europeo attraverso studi e sperimentazioni e ormai matura per le applicazioni industriali”
A maggior chiarimento si propone di valutare che ACEA Ambiente s.r.l. si è fatta portatrice ( recentemente coadiuvata da SEI TOSCANA in base a contratto di rete ) di un brevetto della società Ingelia di cui la rappresentanza in Italia appartiene ad INGELIA S.P.A , società che alla data del 18/06/2019 presentava € 50.000,00 (cinquantamila ) euro di capitale , costituita nel 2017 e la cui titolarità azionaria per il 49,75% è propria di Massimo Monobianco , amministratore della medesima ma anche amministratore e titolare di quote della Creo s.r.l. , società con 10.000,00 (diecimila euro) euro di capitale , non interamente versato , che ha presentato analoghi progetti per Capannori e Piombino.