In questi mesi di silenzio autoimposto (anche perché a commentare il nulla si fa solo una inutile fatica e si sprecano energie utili ad altro), chiusa la partita della politica nazionale ( sulla quale non ho la minima intenzione di perdere tempo), c’è una partita che mi sta molto più a cuore, le elezioni regionali in Umbria.
Dicevo silenzio autoimposto, non certo chiusura delle orecchie o degli occhi.
Ho osservato ed ascoltato molto, una cosa ormai mi sembra certa, il PD, questo PD, non è in grado di offrire o dare vita a quel cambiamento ormai necessario e non più rimandabile, che sia in grado almeno di lottare per non consegnare la guida della regione alla destra..
Come al solito la partita nel partito, si gioca sui nomi, non sui contenuti.
Del partito poi, fuori dalle quattro mura delle stanze , non vi è traccia.
Circoli chiusi neanche ci sia il rischio di contrarre infezioni mortali, incontri pubblici neanche l’ombra, solo feste di pochi giorni dove spesso ci si parla addosso..
Lo scontro in atto fra correnti nel partito regionale la fa da padrone.
In tutto questo, Giacomo Leonelli un minimo di attività fra le persone è riuscito ad impostarla, salvo poi uscirsene con l’appoggio a Fora, posizione assunta da tutto il partito democratico regionale o quantomeno dalla maggioranza dei dirigenti del partito.
Nulla contro Fora, questo sia chiaro.
Siamo però sempre punto e a capo, prima i nomi, poi forse le idee.
No, non ci siamo, questo non fa più per me.
Sento tra l’altro evocare, un non meglio specificato, modello Castiglione del Lago, ma di quale caspita di modello stiamo parlando?
Una ammucchiata selvaggia, che ha vinto solo grazie a due fattori:
- La bravura e la credibilità del candidato sindaco Matteo Burico, che tra l’altro sembra essere l’unico ad avere la spina collegata nel PD Castiglionese.
- La innegabile debolezza e le divisioni dello schieramento di destra castiglionese.
Il voto di maggio ha detto questo.
Nella tornata elettorale regionale, non avremo ne un candidato forte, né tantomeno una destra divisa e debole, non fare i conti con questo è da folli e significherebbe consegnare la regione alla destra salviniana.
Detto fra noi( a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si prende),il dubbio che a qualcuno più che del futuro della regione , interessi mantenere un posto al sole, anche alla opposizione viene.
Quindi che fare?
Detto che la partita è difficile, non resta che invertire l’ordine dei fattori e sperare che la matematica c’entri un cavolo con la politica e che quindi il risultato cambi.
Prima le idee, poi le persone adatte a rappresentarle.
Prima una visione, prima un nuovo modo di fare e interpretare la politica.
Il tutto partendo da una ampia ed onesta analisi di quello che si è sbagliato , perché inutile nascondersi, se la regione Umbria è considerata ormai la prima regione del mezzogiorno, qualcosa si sarà sbagliato, o no?
Ecco perché ho deciso di guardare al mondo di Umbria dei Territori.
Sembra che l’intenzione e la strada sia quella di imboccare una strada nuova, di invertire l’ordine dei fattori, di dare una nuova visione ai cittadini.
Il nome poi, contiene un messaggio di amore, ovvero che l’Umbria sia finalmente dei territori, non più di una ristretta élite autoreferenziale.
Ovviamente la mia adesione non avrebbe obiettivi personali, non a ruoli , ciò che vorrei è provare a dare un contributo come libero ( sono certo di aver dimostrato di essere libero) cittadino che ama il proprio territorio e farlo in un luogo dove non si rischi tutte le volte che si apre bocca di essere accusati di lesa maestà o peggio…
Buona continuazione a tutti…
Cesare Scortichini