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Magione. 75° anniversario dell’eccidio di Montebuono

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Si terrà domenica 9 giugno, ore 10.30, a Montebuono di Magione la cerimonia di commemorazione dell’eccidio avvenuto in questo luogo l’8 giugno 1944.
A 75 anni dal tragico evento che vide undici contadini magionesi cadere sotto il fuoco delle mitragliatrici dell’esercito nazi-fascista in ritirata, autorità religiose, civili e militari renderanno omaggio ai caduti nel luogo che lo ricorda presso il Monumento al partigiano.
Nel 2005 al Comune di Magione è stata conferita dal Presidente della Repubblica la medaglia di bronzo al merito civile proprio per il sacrificio degli undici uomini che “partecipavano – si legge nella motivazione – con fierezza e profonda fede in un’Italia democratica alla lotta partigiana subendo, da parte delle truppe tedesche in ritirata, una feroce rappresaglia”.
All’iniziativa organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con la sezione Anpi di Agello sarà presente la Filarmonica di Agello.

I FATTI – Il tragico evento si inserisce a pieno titolo nel quadro generale della resistenza armata e della mobilitazione popolare a sostegno delle azioni partigiane in atto in tutta l’Umbria tra il settembre 1943 e il giugno 1944. Nel primo pomeriggio di sabato 7 giugno 1944 un consistente ed ininterrotto passaggio di truppe naziste in transito sulla strada provinciale verso Chiusi, attraverso il magionese e la piana di Montebuono, aveva messo in allarme contadini preoccupati per il rischio di sistematiche razzie di bestiame da parte dell’esercito occupante in ritirata. Già in contatto con alcuni attivisti partigiani alcuni contadini nella notte del 7 giugno, alla vigilia della festa del Corpus Domini, avevano trafugato intere casse di bombe a mano dai depositi di munizioni tedesche dei paesi vicini. Quando la mattina seguente, con i contadini in chiesa a sentir messa, si perpetrò l’ennesima razzia di bestiame a danno di alcune case coloniche i contadini dopo aver allestito alcuni carri agricoli, armati alla meglio con «bombe a mano, rivoltelle preistoriche, qualche moschetto, falci, badili, randelli» i coloni si lanciarono all’assalto di alcuni carri armati tedeschi. I soldati, dopo un iniziale momento di sbandamento, non tardarono a piegare la resistenza dei contadini, falciati dal fuoco martellante delle mitragliatrici appostate nei boschi circostanti: dieci di loro rimasero sul terreno, tre furono feriti e tra questi due ragazzi non ancora diciottenni e un fanciullo che si trovava terrorizzato in mezzo ai campi di grano. L’undicesima vittima fu il diciannovenne Ferdinando Renaglia di San Savino. Avuta rapidamente ragione sul campo e riacquistato il controllo militare della zona, solo l’intervento del parroco don Antonio Fedeli, che si offrì come ostaggio, riuscì ad evitare indiscriminate e sanguinose rappresaglie nei paesi circonvicini; la mattina successiva i tedeschi presentarono alle donne del paese le salme di familiari e conoscenti, ma esse negarono di conoscere l’identità di quei cadaveri martoriati, onde risparmiare ulteriori ritorsioni. Il parroco del paese, su sollecitazione degli esponenti delle formazioni partigiane, si recò da solo al comando tedesco per implorare la restituzione dei cadaveri: «per tutto il giorno don Antonio supplicò per riavere le salme e dopo insulti e maltrattamenti ottenne quanto chiedeva: alla sera le dieci salme ammucchiate in un carro trainato dai buoi arrivarono al cimitero di Agello». A seguito dell’eccidio di Montebuono, il Comune di Magione è stato insignito, dal Presidente della Repubblica, della Medaglia di bronzo al Merito Civile, con la seguente motivazione: «Partecipava con fierezza e profonda fede in un’Italia democratica alla lotta partigiana, subendo, da parte delle truppe tedesche in ritirata, una feroce rappresaglia nella quale venivano uccisi undici suoi concittadini. Nobile esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio».