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Magione. Festival delle Corrispondenze. Festeggiati i dieci anni con un successo di pubblico e di critica

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Tutto esaurito per gli appuntamenti di Paolo Mieli, Federico Buffa, Stefano Massini, Barbara de Rossi, Moni Ovadia. Gal Trasimeno-Orvietano e Regione dell’Umbria fondamentali partner dell’iniziativa

Il rettore Oliviero auspica maggiori collaborazioni con l’Università di Perugia, il commissario dell’Isuc, Biscotti, sosterrà la prosecuzione della collaborazione.

Moni Ovadia, con le “corrispondenze” fatte di parole e musica che hanno incantato coloro che hanno assistito al concerto nella piazzetta di Monte del lago, ha chiuso la decima edizione del Festival delle corrispondenze di Monte del lago, Magione.

Un’edizione che, nelle intenzioni degli organizzatori, l’ufficio cultura del Comune di Magione, coordinato dall’assessore Vanni Ruggeri, l’agenzia Vjolart di Vjola Luarasi e l’associazione culturale pro Monte del lago; doveva dimostrare, come poi è avvenuto, la maturità di un festival nato in sordina sulla scia del Premio letterario nazionale Vittoria Aganoor Pompilj sia per i temi trattati che per le personalità intervenute.

Le restrizioni legate al Covid hanno purtroppo limitato i posti disponibili facendo registrare subito il tutto esaurito per molti degli appuntamenti in programma, come l’incontro con il giornalista e scrittore Paolo Mieli, gli spettacoli di Federico Buffa, Stefano Massini, Barbara de Rossi, e, ovviamente, lo stesso Moni Ovadia.

“Le lettere e la comunicazione digitale – spiega Vjola Luarasi – hanno fatto da filo conduttore a tutte le iniziative. Strumenti di comunicazione classica e contemporanea che hanno permesso di trattare temi e di analizzare tematiche come il linguaggio sullo stereotipo di genere, il tema LGBT e la violenza verbale spesso utilizzata ai tempi di internet. Messaggi che, come abbiamo anche scritto nel presentare questa edizione del festival, hanno il potere di donarci una vita più grande. Rivelano la motivazione e approfondiscono la conoscenza.”

“Quella che si è appena conclusa – aggiunge Vanni Ruggeri –, suggellata dalle emozionanti corrispondenze mediterranee proposte da Moni Ovadia, è stata davvero un’edizione memorabile. Per certi versi non è una sorpresa: l’entusiasmo con cui ospiti e relatori hanno risposto all’invito ad intervenire al Festival, la rete di partnership, di contatti e di collaborazioni che si è spontaneamente costruita o ulteriormente cementata intorno agli appuntamenti e alle tematiche dell’evento, la caratura e lo spessore dei protagonisti che ne hanno animato il programma sono state parimenti ripagate dall’attenzione e dalla partecipazione con cui il pubblico ha guardato e accolto una proposta culturale strutturata in un format unico e originale, ormai pienamente affrancata da ogni tentazione localistica, ma anzi capace di proporsi autorevolmente su un contesto nazionale, pur senza recidere le salde radici che la legano alla sua location e alla sua storia. Anche in questo decimo anno -che segna la piena maturità dell’evento e traguarda nuove e interessanti prospettive – ricerca storica e dibattito sull’attualità si sono declinati attraverso le mille suggestioni della corrispondenza epistolare, restituendo un affresco potentemente incardinato sul fascino e sulla potenza della parola scritta, sollecitando una riflessione capace di interpellare profondamente noi stessi e il nostro presente, e testimoniando infine l’urgenza sempre più manifesta di ricostruire piazze, non solo virtuali, capaci di veicolare e divulgare cultura nel senso più alto del termine.”

Gli appuntamenti per conoscere e approfondire non sono mancati, anche grazie alle collaborazioni che sono state create con importanti istituti di ricerca, festival e associazioni come l’Istituto per la Storia dell’Umbria contemporanea (Isuc), i Festival del Medioevo di Gubbio, della Scienza e della Filosofia di Foligno, il Green music Festival di Maurizio Mastrini e l’Associazione unione nazionale interpreti teatro e audiovisivi (Unita).

Con il convegno organizzato dall’Isuc “Corrispondenze imperiali. Lettere a e di Napoleone Bonaparte a 200 anni dalla morte”, per il primo anno, il festival si è rapportato con istituti di ricerca straniera. In particolare la Fondation Napoléon di Parigi nella persona del responsabile dei progetti speciali François Houdecek.

Non solo un successo di pubblico ma anche tanti riconoscimenti da parte delle istituzioni culturali. Il magnifico rettore Maurizio Oliviero ha espresso la volontà di creare maggiori scambi tra il Festival e l’Università di Perugia; il commissario dell’Isuc, Walter Biscotti, il cui incarico terminerà tra pochi mesi, ha dichiarato che lascerà indicazioni di proseguire in questa importante collaborazione. Elogi all’iniziativa sono stati espressi dal direttore del Gal Trasimeno-Orvietano, importante partner dell’iniziativa fin dalle prime edizioni, Francesca Caproni e dalla Regione dell’Umbria.

PREMIO VITTORIA AGANOOR

Marcello Gisondi e Marilina Giaquinti, vincitori della XXIII edizione

del Premio Vittoria Aganoor Pompilj

L’attore Thomas Trabacchi, ospite insieme alla compagna Carlotta Natoli, racconta: “le mettevo bigliettini d’amore sulla bicicletta”

 Nella giornata di chiusura del Festival di è tenuta, come di consuetudine, la cerimonia di premiazione del Premio letterario nazionale Vittoria Aganoor Pompilj riservato a lettere, carteggi e scambi epistolari giunto alla XXIII edizione che ha visto ospiti d’onore gli attori Carlotta Natoli e Thomas Trabacchi. Un’edizione che ha visto anche accrescere l’interesse verso il concorso con l’arrivo di 179 lettere per la seconda sezione e di numerosi carteggi per la prima tra cui è stata poi selezionata la cinquina finalista.

VINCITORl premio della prima sezione è stato vinto dal ricercatore Marcello Gisondi con il carteggio  “Norberto Bobbio-Piero Calamandrei. Un Ponte per la democrazia, lettere 1937-1956” Edizioni Storia e Letteratura.

La giuria della prima sezione del Premio Vittoria Aganoor ha inoltre assegnato una menzione speciale all’epistolario “Lucrezia Borgia. Lettere 1494-1519”, Tre Lune edizioni a cura di Diane Ghirardo.

La giuria della seconda sezione riservata a componimenti in forma di lettera ha assegnato il premio alla lettera “Che m’importa del mare se tu non mi ami” scritta da Marilina Giaquinti di Catania. Seconda classificata “La muta controvita” di Giulia Cordelli, terza classificata “Parliamo di Mishima” di Accursio Soldano.

Segnalate le lettere di: Francesca Brancaccio “Imprevisto”; “Io sono qui” di Luca Viadotto e “Epistola dal cielo” di Clementina De Angelis.

Gli ospiti del Premio, Carlotta Natoli-Thomas Trabacchi, e il loro amore per corrispondenza.

“Scriveva lettere con la matita” “le mettevo bigliettini d’amore tra i raggi della bicicletta”.

“Scriveva lettere con la matita” “le mettevo bigliettini d’amore tri raggi della bicicletta”. Queste alcune delle confidenze che gli attori Carlotta Natoli e Thomas Trabacchi, uniti nel lavoro e nella vita, hanno fatto al pubblico presente alla cerimonia di premiazione del Premio Vittoria Aganoor presentato da Stefania Quaglia e Francesco Bolo Rossini.

“Quando ci siamo conosciuti – ha raccontato Carlotta Natoli – non potevamo vederci sempre così lui mi scriveva. La cosa strana è che scriveva con la matita. All’inizio non capivo questa scelta anche perché mi rileggevo le lettere tante volte e anche se le ripiegavo con estrema cura il segno della matita tendeva, con mio grande dispiacere, a scomparire e la lettera praticamente illeggibile. Poi, riflettendo su questo, ho iniziato a scrivere anche io a matita. L’inchiostro è troppo pesante per l’amore. La matita fa un segno che lentamente scompare e allora capisci che è proprio come l’amore, lo semini e rischia di scomparire e allora devi seminarlo di nuovo per coltivarlo davvero”.

Anche Thomas non si è sottratto a un ricordo legato al ruolo della corrispondenza nella loro storia d’amore. “All’inizio la rincorrevo dappertutto ma a Roma è un po’ difficile trovarsi. Però conoscevo la sua bicicletta e un giorno la vidi, mentre ero in motorino, appoggiata a un palazzo. Ricordo che le scrissi tanti bigliettini e glieli inserii tra le ruote della bicicletta”.

La dichiarazione della coordinatrice del Premio Luigina Miccio

 “Quest’anno – fa sapere Luigina Miccio – alla prima sezione sono arrivate 179 lettere, un numero che ha veramente messo in difficoltà la giuria, che ringrazio, anche per l’elevata qualità degli scritti. L’importante lavoro svolto dalla giuria della prima sezione è invece confermato dal valore che chi studia epistole, carteggi e corrispondenze dà a questo riconoscimento.

L’importante lavoro svolto dalla giuria della prima sezione è invece confermato dal valore che chi studia epistole, carteggi e corrispondenze dà a questo riconoscimento.

Questo Premio ha grandi potenzialità per le cose in cui è radicato: questo bellissimo luogo, il Trasimeno; i due personaggi a cui è ispirato: Vittoria Aganoor e Guido Pompilj figure che sono veramente il simbolo dell’amore per questo lago, Guido Pompilj si oppose al suo prosciugamento e Vittoria Aganoor l’ha celebrato nella sua poesia; tutto il lavoro fatto da tante persone in questi 23 anni, da costituire una fonte inesauribile di idee e risorse. Tra due anni ne celebreremo il venticinquesimo. L’augurio è che possa ripetersi l’esperienza del centenario della morte di Vittoria Aganoor e Guido Pompilj in occasione del quale si tennero eventi a Perugia e in diversi paesi del comprensorio del Trasimeno”.

Le giurie

Prima sezione

Maurizio Tarantino, presidente onorario direttore Mart e Biblioteca Classense di Ravenna

Adriana Chemello, presidente Università degli studi di Padova

Isabella Nardi Università degli studi di Perugia

Mario Squadroni Università degli studi di Perugia

Massimiliano Tortora Università degli studi di Torino

Fabrizio Scrivano Università degli studi di Perugia

Seconda sezione

Vittoria Bartolucci (presidente onorario) poetessa;

Mino Lorusso (presidente) giornalista e scrittore;

Giovanni Dozzini, scrittore;

Fabio Versiglioni, presidente Associazione Editori Umbri;

Costanza Lindi e Elena Zuccaccia, Studio editoriale Settepiani;

Maria Grazia Virgilio e Monica Fanicchi, libreria Libri Parlanti