La prima sezione del premio è riservata ad opere in lingua italiana nelle quali vengono pubblicati carteggi e/o corrispondenze epistolari di figure rappresentative, in ambito culturale, della società italiana. I carteggi e/o gli epistolari devono essere trascritti e curati seguendo rigorosi criteri filologici dichiarati dal curatore. Le opere devono essere state stampate nei tre anni precedenti la data di pubblicazione del bando (2017-2019).
La seconda sezione è riservata a componimenti in forma di lettera su tema stabilito annualmente dalla giuria. Tema dell’edizione 2019 “l’amicizia ritrovata” è ispirata alla frase: “E rividi il tuo sorriso buono d’amica, il tuo volto sincero e aperto…“ tratta da una lettera di Vittoria Aganoor Pompilj a Rita Massini Nicolai, conservata della biblioteca comunale di Magione dedicata alla poetessa.
“Con questo premio – spiegano gli organizzatori – possiamo affermare di aver riportato all’attenzione del grande pubblico un genere letterario che stava andando lentamente scomparendo. In questi venti anni l’interesse verso la scrittura epistolare é cresciuto costantemente, dimostrato da un proliferare di pubblicazioni di carteggi e dal nascere di nuovi premi tematici”.
“Il nostro impegno – fanno sapere – a valorizzare l’immenso patrimonio di lettere conservate in archivi pubblici e privati si è ulteriormente rafforzato con l’ideazione del Festival delle corrispondenze che annualmente fa di Monte del lago il punto di riferimento per quanti lavorano sulle lettere spaziando dal mondo della ricerca e della scrittura (studiosi, scrittori, giornalisti) a quella delle diverse manifestazioni artistiche (mostre, concerti, spettacoli teatrali, letture)”.
GIURIE
La giuria della prima sezione è composta da: Maurizio Tarantino (direttore Biblioteca Classense Mar di Ravenna), presidente; Adriana Chemello (Università di Padova), Isabella Nardi (Università di Perugia), Mario Squadroni (Università di Perugia), Massimiliano Tortora (Università di Torino), Vanni Ruggeri (storico), Alessandra Tarquini (Università di Roma “La Sapienza”).
Della seconda sezione fanno parte: Vittoria Bartolucci, presidente; Fabio Versiglioni (presidente Associazione editori umbri), Patrizia Ciminati (La Valigia blu), Francesco Girolmoni (biblioteca comunale “Vittoria Aganoor Pompilj”), Stefania Quaglia (ufficio cultura Comune di Magione).
STORIA DEL PREMIO
Il Premio Vittoria Aganoor Pompilj, istituito dal Comune di Magione nel 1998, rende omaggio alla poetessa veneta Vittoria Aganoor, trasferitasi in Umbria dopo il matrimonio, avvenuto nel 1901, con il deputato perugino GuIdo Pompilj. Il premio prende spunto dal grande patrimonio di lettere scritte dalla poetessa che intratteneva fitte corrispondenza con familiari, amici e personaggi eminenti del mondo culturale del tempo. Unico premio in Italia dedicato esclusivamente a corrispondenze, carteggi ed epistole il premio nasce con la volontà di recuperare e salvare un tipo di scrittura che, con gli attuali strumenti di comunicazione, rischia di scomparire; dall’altra, di valorizzare il lavoro fatto da studiosi che si occupano di carteggi ed epistolari, strumenti fondamentali per la ricostruzione e la conoscenza di avvenimenti storici ed artistici raccontati, quasi sempre, da chi li ha direttamente vissuti.
La cerimonia si tiene, annualmente, nel piccolo borgo di Monte del Lago costruito su un promontorio affacciato sul lago Trasimeno che conserva la villa Aganoor in cui abitarono i coniugi Pompilj, villa Schnabl, la chiesa di San’Andrea, con pregevoli affreschi e resti delle antiche mura.
Il bando è consultabile sui siti: www.festivaldellecorrispondenze.it; www.comunemagione.it; www.magionemusei.it
Tutti gli aggiornamenti sul premio possono essere seguiti sulla pagina facebook: Premio Vittoria Aganoor
I PERSONAGGI
Vittoria Aganoor,
nasce a Padova il 26 maggio 1855, discendente da un antica e nobile famiglia di origine armena. Nel 1900 pubblica la sua prima raccolta di poesie “Leggenda Eterna” che verrà definito da Benedetto Croce il più bel canzoniere d’amore scritto da una donna. Il 28 novembre 1901 sposa a Napoli il deputo perugino Guido Pompilj e si trasferisce in Umbria. In breve tempo entra a far parte di istituzioni pubbliche, di educazione scolastica, ma, soprattutto, prosegue quella fitta corrispondenza con alcuni dei più importanti intellettuali del suo tempo che ci permettono oggi di conoscere ed approfondire quel periodo storico.
Gli impegni in società, legati alla sua vita perugina, sono intervallati da lunghi periodi nella villa di proprietà del marito a Monte del Lago. Nel 1908 pubblica “Nuove Liriche” dedicata all’amato marito dove sono raccolte le poesie dedicate al Trasimeno.
La poesia di Vittoria Aganoor (1855 – 1910) trovò nel piccolo borgo di Monte del Lago il luogo ideale per la sua ispirazione poetica. Suo marito fece costruire anche un giardino pensile con uno splendido albero di magnolia, ancora esistente, proprio per permettere alla sua amata consorte di poter scrivere indisturbata.
Nel 1910, fra il 7 e l’8 maggio, dopo breve ma gravissima malattia, Vittoria Aganoor muore in una clinica privata di Roma e, poche ore più tardi, in una stanza attigua della stessa clinica l’innamoratissimo marito si suicida con un colpo di rivoltella.
Guido Pompilj
La persona del deputato Guido Pompilj (che fu deputato del primo Collegio di Perugia, sottosegretario di Stato al Ministero delle Finanze, al Ministero degli Affari esteri e per due volte eletto plenipotenziario all’Aja per il Congresso della Pace, nel 1899 e nel 1907) rimane legata al salvataggio del lago Trasimeno dal progetto di prosciugamento attraverso il Consorzio di Bonifica del Trasimeno nato nel 1875. Non solo con la costruzione dell’emissario di San Savino riuscì a controllare il livello delle acque del Trasimeno ma “si preoccupò di commissionare la produzione di una sorta di iconografia del Trasimeno, non limitandosi quindi nella salvaguardia fisica del lago, ma aggiungendo a questa una serie di fotografie che ne avrebbero veicolato l’immagine affidata ad esposizioni e cartoline postali agendo sull’immaginario collettivo dell’epoca e producendo le premesse per quel sentimento turistico che sarebbe poi divenuto la base per lo sviluppo economico di questo settore nell’area lacustre”. Per far ciò si affidò, senza badare a spese, alla più nota famiglia di fotografi fiorentini, i fratelli Alinari. Sconvolto per la tragica scomparsa della moglie si uccise poche ore dopo il suo decesso.