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Polvese. Iniziato il  recupero dell’ex roccolo di caccia e della ex chiesetta di S. Maria della Cerqua.

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Aperti dalla Provincia di Perugia nuovi cantieri ad Isola Polvese. Prosegue presso la più grande delle isole del Trasimeno l’ingente operazione di riqualificazione del patrimonio architettonico, ambientale e paesaggistico. Una nutrita serie di interventi di recupero delle numerose strutture preesistenti, a scopo didattico, dimostrativo e turistico, finanziati con risorse del Programma di sviluppo rurale per l’Umbria 2014-2020 (Misura 7 – sottomisura 7.6).

Ai lavori presso le ex porcilaie, l’ex essiccatoio, la fagianaia e la Piscina Porcinai, si sono aggiunti in questi giorni i cantieri per il recupero dell’ex roccolo di caccia e della ex Chiesa di S. Maria della Cerqua. Interventi che comportano un investimento di circa 330.000 euro e che portano così ad oltre un milione il valore dell’intera operazione di riqualificazione dell’Isola.

“Prosegue – dichiara il vicepresidente della Provincia di Perugia Sandro Pasquali – l’importante opera di valorizzazione della Polvese, un grande investimento i cui effetti non si limiteranno alla sola isola, ma avranno ricadute su tutto il territorio del Trasimeno”.

L’ex roccolo di caccia si colloca all’interno della funzione di “tenuta di caccia” dell’intera Isola, a partire dai Pianciani fino ai Citterio. E’ un complesso di modeste dimensioni, costituito da un piccolo edificio e da un’area esterna a forma ovale.

Adibito dai Citterio a punto di richiamo a scopo di caccia con le armi della avifauna stanziale o migratoria che transitava, nidificava o viveva sull’Isola, il piccolo complesso venatorio conserva tuttora la presenza dei due elementi principali: un edificio immerso in un boschetto costituito da alberature e arbusti messi a dimora sia per nasconderlo e mimetizzarlo che per fungere da richiamo; l’area esterna sistemata “a invaso”, circondata da vegetazione sia all’interno che lungo il perimetro.

L’intervento è finalizzato alla riqualificazione funzionale a scopo didattico, dimostrativo e turistico del patrimonio architettonico, ambientale e paesaggistico dell’isola Polvese.

Nello specifico, la finalità del progetto è quella di recuperare e ripristinate l’habitat originario dell’ex roccolo e della pertinenza esterna al fine di riproporre il punto di richiamo per l’avifauna a scopo di avvistamento con finalità prevalentemente didattiche.

Partendo dalla scelta di tecnologie essenzialmente conservative, volte all’utilizzo prevalente di materiali naturali, si raggiungeranno obiettivi di sostenibilità ambientale. I lavori, infatti, saranno eseguiti utilizzando prevalentemente tecniche e materiali a basso impatto che prevedono prevalentemente l’utilizzo di prodotti non tossici e non inquinanti.

Gli ambienti resteranno divisi nello stesso modo, ma avranno la funzione di sala di avvistamento e salette didattiche. Anche per quanto riguarda le aree esterne, l’intervento è di tipo conservativo, teso a ricreare un contesto del tutto simile a quello per cui il roccolo è nato, tenendo in debita considerazione che non servirà più per la caccia, ma per l’osservazione dell’avifauna.

La “Ex Chiesa di S. Maria della Cerqua”, invece, ridotta a rudere e parte dell’insieme di immobili denominato “Zona Borgo”, costituiva un importante luogo di culto della storia religiosa dell’isola. Intorno al 1420 si hanno le prime notizie sulla Chiesa che era diventata parrocchiale per comodità degli abitanti della Polvese, altrimenti costretti a recarsi alla chiesa di San Secondo, troppo lontana dal “Borgo”.

Ad oggi buona parte della struttura è stata profondamente alterata per la realizzazione di un ricovero per le api voluta dal proprietario Biagio Biagiotti (1939-1959), tanto che l’unica parte visibile della ex Chiesa è costituita dal campanile.

L’obiettivo del progetto è quello di restituire al patrimonio storico e paesaggistico dell’Isola la “Chiesa di S. Maria della Cerqua” proprio per il valore storico che essa ha rappresentato per questo territorio. Si è cercato di garantire pertanto la visitabilità del rudere mediante un intervento di recupero e restauro che permetta anche la fruizione in parte dello spazio coperto attualmente esistente (tettoia), sia per scopi didattici sia, mediante l’istallazione di appositi pannelli indicatori ed illustrativi, per la corretta fruizione e conoscenza della sentieristica dell’isola.

(cittadino e provincia)