Conoscere, scoprire e riscoprire un prezioso tesoro di storia ed esperienza attraverso un attivo rapporto di progettazione e vicendevole arricchimento, comunicando nel vecchio modo. E farlo nell’era della comunicazione digitale, di Facebook, Instagram, WhatsApp. In un momento storico e sociale molto difficile, creare un dialogo produttivo basato sulla fiducia nella vita e sul valore degli antichi mestieri. È innegabile: non c’è futuro senza profonde e stabili radici.
Questi gli obiettivi del Progetto intergenerazionale “I nonni raccontano”, ideato e organizzato dalla Federazione regionale pensionati Cisl dell’Umbria e Anteas Umbria con l’Istituto omnicomprensivo “Rosselli – Rasetti” di Castiglione del Lago.
Per tracciare il bilancio finale di un cammino cominciato più di un anno fa, Giorgio Menghini, segretario della Federazione nazionale pensionati Cisl dell’Umbria, il Coordinamento donne Fnp-Cisl del Perugino, Rsl-Cisl del Trasimeno con l’Associazione Anteas Umbria e l’Istituto “Rosselli – Rasetti”, hanno coordinato a Pozzuolo (Castiglione del Lago) il convegno “I nonni raccontano…Alla scoperta dei vecchi mestieri”.
L’incontro, moderato da Maria Cristina Cicalini Fnp-Cisl Castiglione del Lago, si è tenuto lo scorso 15 febbraio al Museo del Patrimonio culturale di Palazzo Moretti.
Erano presenti i vertici umbri del sindacato di Anna Maria Furlan e tutti i soggetti che hanno realizzato l’importante percorso di confronto e conoscenza tra generazioni. C’erano le classi del “Rosselli-Rasetti” con la loro dirigente scolastica Eleonora Tesei e il professor Mariano Centomo. È intervenuto anche Romeo Pippi, vicesindaco di Castiglione del Lago.
Bruna Raspa, coordinatrice Donne Fnp-Cisl del Perugino ha aperto il dibattito osservando: «Il nostro Progetto arricchisce due generazioni, quella degli anziani, con il loro vissuto e la loro esperienza lavorativa, e quella dei giovani, che scoprono e imparano a conoscere i valori di una cultura dalle profonde radici, mettendo in pratica manualità e tecniche di mestieri legati indissolubilmente al territorio. In questo modo – ha puntualizzato – apprendono che non tutto nasce con la tecnologia digitale».
E l’anziano, che non deve mai essere escluso e abbandonato, è un grande libro di esperienza e umanità da leggere, capire e trasmettere ai giovani. Prima che sia troppo tardi.
Maria Rita Maitini, vice presidente Anteas dell’Umbria ha dichiarato che «ci vuole cultura e cuore per non lasciare che le persone siano messe da parte e non siano al centro dell’attenzione e dell’ascolto; perché è giusto e necessario usare la tecnologia, ma senza mai dimenticare il contatto umano».
Romeo Pippi, vicesindaco della città rivierasca, ha posto l’accento sul valore di un percorso progettuale «che migliora tutti, giovani e non più giovani; perciò – ha commentato – anche la politica deve avere maggiore attenzione verso queste iniziative, ma soprattutto verso la persona, da far crescere nella continuità e nella sua comunità, poiché non si vive da soli ma insieme».
La professoressa Eleonora Tesei, dirigente scolastico dell’istituto omnicomprensivo castiglionese ha invece spiegato come sia difficile fare incontrare i giovani del Ventunesimo secolo con i vecchi mestieri, «perché per loro – ha chiarito – significa riuscire a mettersi in gioco e imparare non solo sui libri di scuola». Ma alla fine, i ragazzi sono riusciti a superare ogni ostacolo e timore, acquisendo l’antico sapere orale e manuale che attraversa e unisce nonni, padri e nipoti.
Sintonia, curiosità palpabile ed efficienza hanno caratterizzato i corsi – sulla filiera della carta e l’antica tradizione dei cesti – diretti da Mario Morellini, esperto naturalista di arti e mestieri. Vi hanno partecipato ragazzi della scuola media e dell’istituto superiore sociosanitario. «Autonomia, laboratorio scientifico, operatività in un lavoro che incuriosisce e diverte hanno permesso di realizzare lavorazioni artigianali come la legatura utilizzando materie base» ha raccontato Morellini descrivendo le attività che contraddistinguono il Progetto.
Gli studenti hanno illustrato e commentato le fasi laboratoriali e la preziosa cultura della manualità artigianale appresa. Durante una breve cerimonia, Luigi Fabiani, segretario territoriale del Perugino, ha consegnato la somma di mille euro all’Istituto omnicomprensivo “Rosselli-Rasetti”
Particolarmente emozionanti i ricordi di guerra, lavoro e durissimi sacrifici di due anziani abitanti di Pozzuolo, Alberto Miscio e Pasquale Tamantini, intervistati da Claudio Monellini, presidente del Museo del Patrimonio culturale. «Prima, durante e subito dopo la seconda guerra mondiale, non conoscevamo certo il computer e il telefonino, ma solo la zappa e la vanga, e si campava con quello che producevamo» ha raccontato Miscio.
Nel secolo dei cinguettii (spesso stonati) di Twitter e della discussa piattaforma Rousseau, l’anziano rimane una vera e propria «enciclopedia vivente d’esperienza e avvedutezza», per usare le parole di Giorgio Menghini, segretario generale Fnp-Cisl Umbria. Un’enciclopedia che però non è eterna.
Marco Rosadi