Nel 2017 le condizioni dell’economia umbra sono migliorate, favorite dal consolidamento di consumi e investimenti e dall’espansione delle esportazioni. Le attese degli operatori prefigurano un’evoluzione positiva anche per l’anno in corso, seppure in un clima di maggiore incertezza.
La crescita si accompagna a un aumento dell’eterogeneità degli andamenti aziendali: situazioni di difficoltà che ancora producono numerose uscite dal mercato coesistono con un nucleo di imprese solidamente agganciate alla ripresa; queste ultime, in prevalenza di medio-grandi dimensioni operanti nel perugino, realizzano investimenti, sono aperte ai mercati esteri e non risentono di vincoli finanziari.
Le imprese
La produzione di beni e servizi ha continuato ad aumentare. Tra i settori, i risultati migliori sono stati ottenuti dall’industria, che ha beneficiato dell’irrobustimento degli ordini interni ed esteri. L’accumulazione di capitale si è intensificata, seppure in misura poco diffusa. I nuovi investimenti sono stati favoriti dal rafforzamento della situazione economica e finanziaria delle imprese, dalla riduzione dei margini di capacità produttiva inutilizzati e dalle misure governative di incentivo. Il favorevole andamento dei consumi, specie di beni durevoli, ha sostenuto le vendite nel commercio; il turismo ha continuato a risentire del calo di visitatori a seguito degli eventi sismici, riassorbito solo a partire dai mesi finali dell’anno. Si è prolungata la contrazione dell’attività nell’edilizia sia pubblica sia residenziale, che non ha ancora tratto impulso dalle opere per la ricostruzione.
Nonostante il recupero di parte della flessione accumulata durante la recessione, la manifattura umbra si connota per livelli di produttività inferiori rispetto al resto del Paese in quasi tutti i comparti, con riflessi anche sulla competitività internazionale. Nell’ultimo decennio la quota di mercato delle esportazioni regionali è scesa in misura significativa, anche per la ridotta capacità degli operatori di adattarsi ai cambiamenti del commercio mondiale e per il forte orientamento alle destinazioni più mature, dove la domanda è cresciuta meno.
Il mercato del lavoro
Dopo il calo osservato nel 2016, lo scorso anno i livelli occupazionali sono rimasti stabili, a fronte dell’ulteriore crescita osservata nel Paese. È aumentato solo il lavoro dipendente, nelle forme contrattuali a termine. L’Umbria si caratterizza per una quota di popolazione laureata superiore alla media nazionale, a cui si associa una domanda da parte delle imprese più orientata alla ricerca di operai specializzati. Il tasso di disoccupazione è salito per l’aumento della partecipazione al mercato del lavoro, in particolare tra le donne e i giovani.
Le famiglie
Nel 2017 il reddito delle famiglie si è stabilizzato, dopo la crescita del biennio precedente. Il contestuale incremento dei consumi indica una quota inferiore destinata al risparmio; questo si è ancora diretto verso investimenti a basso rischio e prontamente liquidabili. La maggiore spesa è stata finanziata anche ricorrendo all’indebitamento: i flussi di credito al consumo sono aumentati a ritmi sostenuti per il secondo anno consecutivo; di contro, quelli relativi ai mutui sono tornati a flettere, in connessione con la diminuzione delle compravendite di abitazioni.
Il mercato del credito
L’espansione del credito erogato in regione riflette le accresciute istanze delle aziende di maggiori dimensioni per il sostegno di capitale circolante e investimenti e delle famiglie per l’acquisto di beni di consumo. Le condizioni di accesso sono risultate progressivamente più distese, anche se le banche hanno mantenuto politiche d’impiego selettive, garantendo disponibilità di prestiti alla clientela meno rischiosa. È proseguita la riconfigurazione della rete territoriale; al calo degli sportelli, in atto da tempo, è corrisposto un maggior ricorso all’operatività on line da parte della clientela.
La qualità del credito sta gradualmente migliorando, in connessione con la ripresa dell’attività economica; l’ammontare dei crediti anomali e i flussi di deterioramento sono ulteriormente diminuiti sebbene rimangano elevati nel confronto con l’Italia, specie per i finanziamenti all’edilizia.
La finanza pubblica
La spesa delle Amministrazioni locali umbre si è ridotta riflettendo l’andamento del costo del personale e degli investimenti; questi ultimi si sono contratti nonostante l’allentamento dei vincoli di bilancio. Ha invece continuato a incrementarsi la spesa sanitaria, la cui qualità si è confermata soddisfacente. Il grado di avanzamento dei Programmi operativi finanziati con fondi strutturali europei risulta molto contenuto. Le entrate correnti degli enti territoriali sono cresciute, per effetto dei maggiori trasferimenti dallo Stato; l’onere della fiscalità locale per le famiglie è rimasto invariato, su livelli inferiori alla media delle altre regioni. L’ammontare del debito a carico delle Amministrazioni locali è tornato ad aumentare.
dal sito web di Banca d’Italia