Uno degli strumenti che utilizzò Mario Barzanti, allora presidente della Associazione Turistica Pievese, per far conoscere il Palio dei Terzieri di Città della Pieve, in Umbria e fuori regione, furono le campagne di stampa, (era allora corrispondente del Paese Sera, ma scriveva anche su Nazione e pagina regionale dell’Unità, oltre che dirigere Pieve Nostra), sui grandi scherzi e le beffarde sfide che precedevano la gara al “Campo de li Giochi”. Ora invece tutto si fonda sulla pubblicità professionale e sul marketing dedicato. C’erano stata bocche storte anche negli anni precedenti, che sapevano molto della saga del “Gladiatore” e ricordavano più Russel Crowe piuttosto che Ascanio Della Corgna o qualche notabile della famiglia dei Baglioni.
Ma di fronte al selfie della bella monna che campeggia sul primo annuncio del prossimo Palio 2107, a Città della Pieve, soprattutto fra i contradaioli si è scatenata una discussione che era prevedibile.
Ci sono i favorevoli che sottolineano la “trovata” pubblicitaria e ci sono i contrari che segnalano la grande distanza del messaggio,dallo spirito e dall’anima dei terzieri e della loro identità
“Se mi metto nei panni di un potenziale “cliente” il messaggio che mi arriva è “freddo” come uno dei tanti selfie dimenticato nella memoria dello smartphone, è carente proprio in quello che noi dovremmo trasmettere, le Emozioni del Palio, sono quelle che mi hanno legato e mi legano tuttora a lui… “ questo è uno dei commenti simbolo di questa lettura critica, che abbiamo preso da Facebook.
Il problema è più generale. Riguarda come valorizzare e promuovere la “particolarità”, la “originalità”, la “specializzazione” di questa nostra tradizionale manifestazione. Non solo nella promozione. Ora detto con tutta franchezza il selfie può andare bene per i perugini di “Perugia 1416” o per la “Sagra dello Gnocco in Costume”. Forse per la città che qualcuno vorrebbe vedere come patria delle “Rievocazioni Storiche”, e che annualmente ne ospita la più prestigiosa rassegna del Centro Italia, un po’ meno. (g.f)