Conclusa l’inchiesta della Procura della repubblica di Perugia sui “rifiuti d’oro”, indagine che ha coinvolto ventidue indagati e sette società, comprese Gesenu Spa, Gest srl e Tsa Spa. L’accusa formulata dal Pm Valentina Manuali a carico di dodici persone è molto pesante: associazione a delinquere “al fine di commettere una serie indeterminata di reati di traffico di rifiuti, gestione illecita di rifiuti, inquinamento ambientale, falso in registri e in atto pubblico, frode in pubbliche forniture, truffa aggravata e comunque attività illecite necessarie a consentire il conseguimento di profitti ingiusti da parte di Gesenu, Gest e Tsa nel settore della gestione dei rifiuti solidi urbani prodotti dai comuni insistenti all’interno della provincia di Perugia e associati all’Ati 2”. Un illecito amministrativo è inoltre contestato a Gesenu, per non aver “adottato modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire il reato di cui all’articolo 452 (delitti colposi contro la salute pubblica)”. I fatti contestati sarebbero avvenuti tra il 2008 e il 2015.