Home ambiente Rifiuti. Nodo bioreattore. Il collaudo è ok ma resta spento

Rifiuti. Nodo bioreattore. Il collaudo è ok ma resta spento

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Rassegna stampa. Dal Corriere dell’Umbria di Alessandro Antonini

 Le quattordici celle del bioreattore della discarica di Borgogiglione rispettano tutte l’indice respirometrico reale. Il collaudo è ok, stando all’ente di certificazione esterno – riconosciuto a cui si è rivolta Tsa. Ma Arpa e Regione vogliono la prova del nove, il controcollaudo in proprio. Cosi l’impianto dopo il refitting non può ancora riprendere a funzionare. L’altro inciampo è che manca ancora il rinnovo dell’autorizzazione ambientale (Aia) per l’intera discarica. Non è nemmeno stata convocata la conferenza di servizi. I tempi si allungano. Senza nuova Aia non si possono attuare i lavori del secondo strato del bioreattore stesso.

Il disco verde della Regione, come noto, manca anche per Pietramelina, dove i cantieri al vaglio sono chiusi: in teoria la Forsu – la frazione organica dei rifiuti solidi urbani – può rientrare, ma nessuno si prende la briga di autorizzare il conferimento. A peggiorare le cose la fresca diffida della stessa Regione per rimpianto di trattamento meccanico biologico di Ponte Rio che avrebbe superato i quantitativi previsti.

Il nodo impiantistico dell’ex Ati 2 è sempre più avviluppato e a tagliarlo di netto non sembra essere la soluzione temporanea trovata con la “solidarietà” tra territori, dopo lo stop di Hera in Emilia per il guasto di un impianto e il surplus di immondizia ferragostana e conseguente rischio crisi.

Il presidente dell’autorità regionale su rifiuti e idrico (Auri, ossia i 92 Comuni umbri), Cristian Betti sindaco di Corciano, ha annunciato che oltre al piano d’ambito entro la prima metà del 2018 ci saranno a disposizione due nuovi impianti per l’organico a Belladanza e Casone. Ma Foligno e Altotevere basteranno per tutto il territorio dell’ex Ati? Su Pietramelina e Borgogiglione non una parola. I sindaci del Trasimeno intanto costituiscono un osservatorio per arrivare a “rifiuti zero” composto da municipi, associazioni e gestore. Quasi a indicare un nuovo piano dei rifiuti, però “dal basso”.