Più che altro si è sentita e vista tanta confusione e la mancanza di una riforma seria e incisiva dello Stato (n.d.r)
(Cittadino e Provincia) “E’ importante che le Province ripartano, in questi quattro anni si è sentita la mancanza. Sono state ridotte le risorse in maniera drammatica tali da mettere a rischio strade e scuole. Mi auguro che il nuovo Governo assuma l’iniziativa necessaria per correggere le criticità e ridare alle Province quel ruolo di ente intermedio, casa dei comuni, vicino ai cittadini”. Sono le parole di Nando Mismetti, presidente della Provincia di Perugia e dell’Upi regionale al convegno sulle nuove prospettive delle Province italiane di Isola Polvese.
Perdita di autorevolezza, solitudine, limiti funzionali, mancanza di risorse e di prospettive certe, disomogeneità organizzativa. Sono molteplici le difficoltà che le Province sperano di potersi gettare alle spalle, andando verso il superamento di una legge che le ha lasciate “in mezzo al guado”.
Il punto sulle prospettive future di questi Enti è stato fatto oggi al monastero degli Olivetani all’evento promosso dall’Upi regionale.
“Con il nuovo Governo – ha riferito Gaetano Palombelli (Upi nazionale) – abbiamo ottenuto di inserire dentro il percorso di conversione del Decreto di Proroghe una norma per l’istituzione presso la Conferenza Stato – Città di un tavolo per la revisione dell’ordinamento delle Province e delle Città Metropolitane. Una buona premessa per condurci ai necessari provvedimenti normativi di riforma degli Enti locali”.
I lavori di oggi sono stati aperti dall’assessore regionale Antonio Bartolini che ha parlato di Province ancora “in mezzo al guado”. A suo avviso gli obiettivi su cui lavorare sono il reperimento delle risorse e la reintroduzione dell’elezione diretta, poiché “l’attuale assetto della governance non è soddisfacente”.
“Le Province sono soggetti anomali che stanno vivacchiando – è stato il pensiero espresso da Giampiero Lattanzi presidente della Provincia di Terni -. Ritengo che la Regione possa svolgere un ruolo importante assegnando deleghe e competenze che possano restituire loro un ruolo sul territorio”.
C’è infatti la convinzione che le Province potrebbero in futuro organizzare una rete di servizi utili e funzionali al territorio.
“Dall’assenza della Provincia emerge il bisogno della Provincia – ha detto Enrico Carloni, docente di diritto amministrativo dell’Università di Perugia – la necessità di avere un ente intermedio, soggetto centrale nella cura degli interessi dei cittadini”. Un’analisi approfondita quella di Carloni sul ruolo delle Province che ha messo in luce l’esigenza di intraprendere un percorso di revisione organica e ripartire con un nuovo modello basato su stabilità e autonomia.
A chiudere gli interventi è stato Francesco Merloni, docente di diritto amministrativo dell’Università di Perugia, che ha sottolineato l’importanza di collaborare tra i vari Enti in un clima di fiducia. “Occorre un’idea forte e fattibile per uscire da questa situazione e rappresentare una nuova Provincia – ha riferito Merloni -.
Le Province possono porsi come luogo che consente al sistema amministrativo di governare e garantire i diritti dei cittadini”.
Mismetti in chiusura ha proposto di tradurre i contenuti del convegno di oggi in un documento da presentare in un evento entro ottobre che coinvolga tutti i livelli istituzionali “per ripensare il paese ripartendo dai cittadini”.
*Titoli del Corriere Pievese