I nodi vengono prima o poi al pettine. Un assetto istituzionale pensato negli anni settanta del secolo scorso, non può restare immutato nel ventennio del secolo successivo. Finalmente sulla necessità di rivederlo lanciano messaggi non soltanto tecnici e specialisti delle istituzioni,oltre alle persone di semplice buon senso, ma anche i rappresentanti del mondo del lavoro. Questo è un articolo del segretario regionale della CGIL, Vincenzo Sgalla. Le sue parole sono chiare. In modo particolare sulla Sviluppumbria. (N.d.R)
Rassegna stampa. Dal Messaggero Umbria di Vincenzo Sgalla
“A ciascuno il suo mestiere»: è il titolo di un importante libro scritto da Sergio Cofferati all’indomani delle vicende legate a Tangentopoli e dopo la stagione della concertazione, che, ahimè, è stata archiviata un pò troppo in fretta e con poca gloria. Ma quel titolo, a mio avviso, può essere lo slogan giusto anche nell’attuale fase politica, tanto più e tanto meglio in Umbria. Sarebbe infatti interessante, partendo da un’analisi condivisa sullo attuale stato di salute (economico, sociale ed occupazionale) della nostra regione, analizzare ed affrontare i nodi strutturali e le carenze del sistema Umbria applicando la regola “a ciascuno il proprio mestiere”.
Gli imprenditori e le loro associazioni, le banche e le fondazioni, gli artigiani e gli operatori turistici, gli agricoltori e le cooperative di servizio e della distribuzione: ognuno, pur rappresentando legittimamente i propri interessi, dovrebbe sollecitare una fase nuova per l’Umbria e mettere le proprie convinzioni e conoscenze a disposizione di un progetto generale, che naturalmente la politica e le istituzioni dovrebbero promuovere e governare.
Un progetto che, a nostro avviso, non può non partire dal lavoro: ogni euro pubblico speso deve produrre occupazione, schema da applicare a tutti i settori, in particolare nel rapporto con le multinazionali, che dopo l’era dello shopping delle nostre migliori realtà produttive ora sembrano avviate a quella dello scippo.
Il mio collega ed amico Ulderico Sbarra, segretario generale della Cisl dell’Umbria, ha parlato, nelle scorse settimane, proprio sulle colonne di questo giornale di produttività quale volano essenziale per la crescita. Concordo pienamente con lui, soprattutto quando parla di produttività di sistema, che vuoi dire, ad esempio, avere una politica energetica per l’Umbria ed immaginare quale sarà il futuro delle centrali presentì sul nostro territorio, senza rassegnarsi mestamente alla loro chiusura.
Ma significa anche ragionare di rifiuti: si può ancora tollerare nella nostra piccola regione la convivenza di 16 aziende nel settore, tutte con i loro consigli d’amministrazione e presidenti, pagati dai cittadini attraverso le bollette, che non a caso sono sempre più care?
O ancora, significa ripensare agenzie regionali come Sviluppumbria, anch’essa pagata da cittadini e lavoratori umbri, ma incapace di risolvere una, e dico una sola vertenza in questi lunghi anni di crisi. Insomma, qui non si tratta di essere post fordisti o riottosi ad applicare industria 4.0, qui si tratta di applicare il buon senso alla politica, facendo capire a tutti che il tempo delle vacche grasse è finito e quindi occorre fare sacrifici.
Chi più ha, naturalmente, più deve sacrificarsi. Con questo schema, anche il sindacato, per quanto ci riguarda la Cgil, deve attenersi scrupolosamente al principio “a ciascuno il suo mestiere”, evitando m tutti modi fraintendimenti con il sistema dei partiti politici, rivendicando una forte autonomia, senza mai rinunciare però ai propri valori e principi, ben saldi a sinistra, come ci hanno insegnato Di Vittorio e Luciano Lama.”
Vincenzo Sgalla Segretario regionale Cgil