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Umbria e Marche chiedono insieme più poteri allo Stato. Urgente un referendum ed iniziative per la tutela degli interessi della nostra area.

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Abbiamo già segnalato da tempo la strada intrapresa dalla Regione Umbria di un progetto che la veda integrarsi gradualmente con la Regione Marche. Scomparsa da tempo l’idea di includere in questo progetto, la regione nostra confinante,la  Toscana. Ora tra l’altro si chiedono ulteriori poteri in settori dove la Regione Umbria non ha dato,nelle nostre zone, prove di grande capacità e giustizia territoriale, come turismo, collegamenti e sanità. Senza riferimenti alla Toscana, la nostra emarginazione, quella del Trasimeno Pievese e  dell’Orvietano sarà sempre maggiore. Diventa sempre più urgente chiedere alle nostre popolazioni se sono d’accordo su queste scelte. Diventa sempre più urgente che forze politiche o i cittadini direttamente con propri strumenti se ne facciano interpreti. Pubblichiamo di seguito il testo della nota delle Regioni.  (g.f)

(aun) Le Regioni Umbria e Marche hanno deciso di avviare congiuntamente il percorso istituzionale per una maggiore autonomia, come previsto dall’articolo 116 della Costituzione. I due presidenti, Catiuscia Marini per la Regione Umbria, e Luca Ceriscioli, per la Regione Marche – presenti anche i rispettivi assessori regionali alle riforme istituzionali, Antonio Bartolini per l’Umbria, e Fabrizio Cesetti, per le Marche – hanno infatti sottoscritto oggi una lettera inviata al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, nella quale scrivono che “la Regione Marche e la Regione Umbria hanno avviato, in parallelo, nell’anno 2018, il percorso previsto dal terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione individuando in modo pressoché unitario le ulteriori forme e condizioni di autonomia”.

   Nella lettera si ricorda inoltre che “le Assemblee legislative di entrambe le Regioni hanno approvato le rispettive risoluzioni per avviare la procedura di maggiore autonomia prevista dal terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione”.

   Marini e Ceriscioli chiedono al presidente del Consiglio dei Ministri “di voler attivare, anche congiuntamente, lo specifico tavolo di confronto istituzionale”, così come previsto dell’articolo 1, comma 571 della legge 147/2013.

   “Riteniamo che il Governo italiano – hanno dichiarato la presidente Marini e l’assessore Bartolini – debba credere pienamente nella capacità dei territori di pensare il proprio sviluppo. Per questo occorre anche una legislazione che agevoli questo percorso, esaltando l’autonomia delle Regioni. Anche perché riteniamo che proprio ‘la leva’ dell’art. 116 determinerà una maggiore efficienza amministrativa per lo sviluppo economico delle rispettive Regioni”.